Una ricerca per rendere croccante più a lungo la poponeddha di Corigliano d’Otranto

Una ricerca per rendere croccante più a lungo la poponeddha di Corigliano d’Otranto

A Corigliano d’Otranto c’era il mercato di Angurie, Meloni, poponeddre e il signore di quel luogo accettò che si vendessero esentasse da qui FFRANCA STA’ NGURIA – Tra chiacchiere e assaggi.

Il mercato è andato avanti per tantissimi anni ed è poi scomparso. I commercianti non vengono più a Corigliano per approvvigionarsi di poponeddre. Questa storia ieri grazie a Dina Manti, Sindaca di questo elegante borgo noto perché in questi anni si è distinto nella valorizzazione culturale, e a Sergio D’Oria che è stato l’animatore culturale della serata, ha fatto da filo conduttore a una serata simpatica e leggera in cui si è parlato della poponeddha. La serata è stata intitolata “Poponeddha: prodotto della terra e della comunità”. Un intreccio sentimentale con una particolare storia collettiva, fatta di uomini e di donne coriglianesi.

Nicola Vantaggiato mi ha raccontato che i contadini custodi dei semi ritengono che ciò sia avvenuto quando le meloncelle sono state coltivate sotto i tunnel. In effetti la precocità della meloncella di Corigliano d’Otranto coltivata in pieno campo non è stata più un’esclusiva di questo Comune perché i tunnel hanno reso possibile ottenere una produzione precoce anche in altri agri comunali del Salento leccese.

La poponeddra di Corigliano d’Otranto è una popolazione di varietà intraspecifiche di Cucumis melo L., un ortaggio indicato con nomi differenti a seconda dei comprensori salentini e noto nei comuni baresi con il nome di carosello.

In questi ultimi anni, l’interesse dei produttori ma, soprattutto dei commercianti, tende ad una denominazione unica, meloncella, derivante dalla sua affinità con il melone dolce, consumato come frutto assai dolce e dalla polpa gialla (o verde chiaro in alcune varietà).

Nicola Vantaggiato ha illustrato le due varietà di popuneddre di Corigliano d’Otranto che, a livello morfologico, si distinguono solo quando i peponidi sono “maturi” che sono diversi nella colorazione dell’epidermide verde scuro la prima e a fasce la seconda, nella consistenza della polpa ed altri caratteri.

Specificamente Nicola Vantaggiato ha chiesto all’Associazione dei Dottori in Agraria e Forestali della Provincia di Lecce se si potesse ottenere una varietà di poponeddra che conservasse il suo essere croccante per lungo tempo visto che la varietà con epidermide verde scuro, pur essendo molto più saporita, perde il suo essere croccante dopo 24 ore dalla raccolta.

Ho parlato anche con il Sindaco e l’Associazione si è impegnata a sottoporre la questione al prof. Michele Stanca che è nostro socio onorario.

Dina Manti intende continuare nella valorizzazione di questo prodotto locale nella consapevolezza che il futuro del turismo è tutto nella tipicità del territorio del Salento leccese. Penso che l’esempio di questa Sindaca debba essere seguito dai tanti primi cittadini del 100 Comuni del Salento ognuno dei quali ha il suo prodotto tipico. L’agronomia, con l’innovazione e la ricerca scientifica, è la chiave per la valorizzazione di questi prodotti ed è per questo che Adaf Lecce, impegnata da sempre sul fronte dell’innovazione in Agricoltura, è disponibile a raccogliere le esigenze che dovessero pervenire dal territorio. (Antonio Bruno, presidente ADAF Lecce)

Bibliografia

Rita Accogli, Francesca Nicolì, Luigi De Bellis, TRADIZIONI E SAPERI ATTORNO AD ALCUNE VARIETÀ LOCALI DI CUCUMIS MELO L. IN SALENTO (PUGLIA) Orto Botanico DiSTeBA – Università del Salento, via per Monteroni, 73100 Lecce – Laboratorio di Fisiologia Vegetale DiSTeBA – Università del Salento, via per Monteroni, 73100 Lecce

Trollhois Garten - Emil Nold
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Redazione Fidaf

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