Una Proposta per Rinnovare, Sviluppare e Rilanciare l’Agricoltura Italiana
L’Agricoltura, una delle attività più recenti praticate dall’uomo, ha subito, negli ultimi millenni, profondi cambiamenti a causa delle mutate ed incrementate esigenze alimentari, della disponibilità di nuove specie domesticate vegetali ed animali, dello sviluppo di nuove conoscenze, tecnologie, strumenti e materiali.
Oggi, all’inizio del terzo millennio, parlare di agricoltura fine a sé stessa è abbastanza improprio, visto che sono cambiati profondamente gli scenari socio-economici di riferimento ed è mutato il concetto di alimentazione, che per secoli ha significato sussistenza alimentare e che oggi si identifica con il concetto di benessere, salute e qualità della vita.
Questa nota vorrebbe indicare, per il nostro Paese, alcune proposte per superare l’attuale stato di crisi e d’incertezza del settore ed indicare possibili e concrete prospettive di rilancio della produzione agricola ed agroindustriale.
- LA DIAGNOSI
1.1 Il Mercato
Storicamente, per millenni, la maggior parte dei prodotti dell’agricoltura erano destinati all’autoconsumo; solo quando la produzione era in eccedenza si cercava il mercato.
Una ricerca effettuata alcuni anni fa dall’Università di Giessen, in Germania, evidenza il cambiamento avvenuto in Germania nel rapporto numerico tra produttori agricoli e consumatori degli alimenti dal 1850 al 1988, che potremmo prendere come modello degli attuali Paesi sviluppati. Nel 1850, il lavoro di ben 4 agricoltori serviva a sfamare sé stessi più un’altra persona, non dedicata alla produzione di cibo; nel 1900 un singolo operatore agricolo sfamava altre 4 persone; nel 1960 altre 17; nel 1988 un addetto serviva a produrre alimenti sufficienti per altre 67. Oggi il numero è ancora più alto, circa un centinaio!
I dati di cui sopra sono certamente rappresentativi anche della situazione Italiana.
E’ evidente che il notevole sviluppo delle tecnologie agrarie e, particolarmente, dell’uso sempre più sistematico dell’energia e della meccanizzazione agricola in particolare, ha consentito questi risultati, ma ciò rende ancora più interessante la domanda: chi oggi orienta e controlla il mercato agricolo, cioè chi di fatto decide cosa, come e quanto produrre? Non occorre ricordare che chi controlla questi scenari ha in mano fondamentali leve dell’economia, della politica e del nostro destino!
Oggi le grandi multinazionali alimentari, la grande distribuzione organizzata (super ed ipermercati) e la onnipotente pubblicità, stabiliscono sempre più capillarmente cosa deve essere prodotto, prima dall’agricoltore e quindi dall’industria agroalimentare, con riferimento a quali tipi, varietà e razze vegetali ed animali debbono essere allevate, in quali quantità e con quali caratteristiche visive, qualitative e tecnologiche…