Un mondo senza pesto genovese?

Un mondo senza pesto genovese?

La peronospora del basilico minaccia la produzione di uno degli ingredienti fondamentali del più famoso condimento per pasta. E non solo…

Oltre all’aglio, al pecorino e al sale grosso, tre sono i componenti fondamentali del pesto genovese: olio extra-vergine di oliva, pinoli e basilico. Ebbene, ciascuno di questi ultimi attraversa una crisi dovuta all’azione di organismi nocivi che stanno compromettendo, almeno in parte, la disponibilità di tali materie prime. Per l’olio, il riferimento è inevitabilmente rivolto alla pandemia di Xylella fastidiosa che da qualche anno sta devastando il Salento (http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=2233): per fortuna al momento non risultano segnalazioni di casi in altre aree, e l’attenzione è ai massimi livelli. Il pino domestico da tempo è vittima degli attacchi di un insetto introdotto dal Nord America (il “cimicione americano”, Leptoglossus occidentalis) e le rese di pinoli sono crollate (http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=901&IDSezione=4). Inevitabile il ricorso a prodotti importati (anche dalla Cina), lo scadimento qualitativo e l’aumento dei prezzi.

Ma è la situazione sanitaria del basilico quella che fa sorgere dubbi inquietanti circa il futuro del pesto. Ricercata per il suo intenso profumo e l’altrettanto piacevole sapore, questa pianta (Ocimum basilicum) è una delle aromatiche tipiche della dieta mediterranea, ma è apprezzata in varie parti del pianeta. Coltivata a livello sia professionale (serra e pieno campo), sia amatoriale (tipicamente anche sui davanzali delle finestre), è da sempre caratterizzata da una tecnica relativamente semplice e uno stato sanitario non particolarmente preoccupante…
Ritratto di gonfaloniere - Artemisia Gentileschi
Ritratto di gonfaloniere – Artemisia Gentileschi

Redazione Fidaf

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