Un mercato malato di globalizzazione

Un mercato malato di globalizzazione

I dati EUROSTAT, relativi agli scambi commerciali dell’UE a tutto il 2018, apportano un utile contributo per una lettura in prospettiva del mercato comunitario e di quello nazionale: uno  strumento essenziale per la programmazione produttiva in ciascuna area.

In effetti, purtroppo, le perturbazioni geopolitiche, minate dalle forti tensioni internazionali ed ideologiche, il crescente impatto ambientale ed un processo di globalizzazione, non governato attraverso opportuni interventi di temperamento, rendono fortemente incerta ogni proiezione macroeconomica.

Troppo spesso si tende a porre le conclusioni degli analisti sul piano di una visione globale del tutto futuribile, se non distopica nel lungo termine, disattendendo di fatto ogni previsione tecnologica.

L’Unione Europea è il secondo esportatore mondiale dopo la Cina; entrambi con un costante e progressivo sviluppo nel corso del tempo. La Cina, però, si distingue soprattutto per un  surplus commerciale vistoso ed inconfrontabile nell’ambito internazionale.

Le esportazioni comunitarie denotano un aumento costante: nel 2018 crescono del 4% rispetto al 2017 ed a partire dal 2008 si rileva un aumento doppio rispetto a quello relativo alle importazioni.

Tuttavia, l’UE solo a partire dal 2013 presenta un surplus con un picco nel 2015 pari al 4%, che non solo appare non rapportabile alle sue enormi potenzialità, ma viene ad essere gradualmente riassorbito negli anni successivi, sfociando in un nuovo deficit nel 2018: si è passati pertanto da un surplus di bilancio pari al l’1,18% del 2017 ad un deficit nel 2018 dell’1,21%, con uno scarto complessivo pari al 2,39%.

L’attuale saldo commerciale negativo dell’Unione Europea, pur nelle sue ridotte dimensioni, susciterebbe vive preoccupazioni se oltre alle forti tensioni internazionali risultasse attribuito ad una vera e propria involuzione del mercato.

La Germania e l’Italia sono i due paesi che offrono, sia pure in dimensioni diverse, il maggior contributo alle esportazioni nette dell’UE, considerato anche il rispettivo surplus negli scambi intraUE.

La produzione manifatturiera italiana contribuisce infatti all’andamento degli scambi UE, con un surplus commerciale nel 2018 di 28,5 md di Euro, pari al 16,5%. Tale saldo esprime in Europa un dinamismo inferiore solo alla Germania, sia pure con un divario di grande ampiezza. Nel 2018 il surplus tedesco negli scambi extra UE si situa, infatti, a un livello molto più ampio con 176,6 md di Euro pari al 48%.

Il saldo tedesco complessivo continua a porsi stabilmente a un livello ampiamente superiore al tetto del 6% imposto nell’area Euro…

Vedi articolo

Gauguin, Donna bretone con una brocca

Redazione Fidaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *