Un futuro di povertà per agronomi e geologi italiani?
Il recente annuncio del Presidente dell’INPS, Tito Boeri, sull’invio delle lettere arancioni, contenenti l’estratto conto contributivo e la simulazione della pensione, il numero crescente di trasmissioni televisive aventi come tema centrale le pensioni degli italiani, denotano una preoccupazione crescente degli Enti di Previdenza e dei mass media in merito agli effetti che il sistema di calcolo contributivo avrà sul tenore di vita dei futuri pensionati.
Osservando i fax simile sul calcolo delle pensioni, ormai pubblicati su tutti i maggiori quotidiani nazionali, si osserva che su una retribuzione di 1.651,00 (stipendio o salario) si avrà una pensione di circa 643,57 euro con un tasso di sostituzione del 39%.
Pertanto, ogni futuro pensionato, nel calcolare la propria pensione dovrà considerare principalmente il proprio tasso di sostituzione, ossia il rapporto percentuale tra la pensione presunta e l’ultima retribuzione lorda o reddito percepito, ed individuare quale soluzione adottare per aumentare questo rapporto.
E’ proprio la correlazione diretta tra contributi versati e pensione che sta evidenziando come in uno scenario prossimo venturo la maggior parte dei liberi professionisti possano diventare i nuovi poveri.
Ormai da diversi anni, tutte le casse di previdenza stanno cercando di trovare delle soluzioni per dare la possibilità ai propri iscritti di aumentare la percentuale di contributi versati sopra il minimo previsto per legge in modo sostenibile senza, peraltro, compromettere i redditi attuali…