Trasporto ferroviario. Condizioni avverse
Le «avverse condizioni meteo» sono diventate nel tempo una locuzione standard del linguaggio ferroviario: «ci scusiamo per il disagio, per il ritardo, per la cancellazione… dovuti ad avverse condizioni meteo». In queste ultime settimane di neve, gelo e piogge di marzo risuonavano come un mantra nelle stazioni di mezza Italia. E la stazione di Roma Termini, come sappiamo, è stata il tempio principale di questo culto. Eppure chi viaggia quotidianamente sa che le condizioni avverse non sono tanto quelle create da episodiche e stagionali bufere o dal caldo torrido. Avverse, in generale, sono di norma le condizioni di viaggio per chi sceglie il treno.
Prendere il biglietto del treno, per non dire dell’abbonamento, è sempre più spesso come prendere il biglietto della lotteria. La sorpresa è all’ordine del giorno. I ritardi innanzitutto, con i costi sociali che questi comportano. Ore di lavoro perse, appuntamenti mancati, lezioni o esami saltati, maggiore tempo speso sui mezzi di trasporto pubblici o, peggio, in automobile, che in alcuni casi diventa l’unica alternativa possibile, e quindi: emissioni di CO2, pedaggi, carburante, parcheggi, congestione delle città…