Tempo di tartufi

Tempo di tartufi

Come da tradizione nei giorni che precedono e seguono il Natale, la “cucina” esplode solleticando il palato con infinite e variegate proposte che indubbiamente richiamano al gusto, ma anche all’olfatto e alla vista; l’”occhio” infatti, così come ci ricorda l’antico adagio, “vuole la sua parte”.

Solo l’imbarazzo della scelta quando ci si sofferma alle vetrine o ci si aggira per scaffali e ripiani dei negozi.
Eccelle e fa quasi da padrone, accanto ad insalata russa, paté di molteplici tipi, stuzzichini vari, il tartufo.
Un genere di fungo dell’ordine Pezizales della famiglia delle Tuberacee, descritto e raffigurato da Pier Antonio Micheli nel suo celebre trattato del 1729 Nova plantarum genera (da cui è tratta l’immagine), ma le cui prime notizie certe sono attestate fin da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e sulle cui origini non sono mancate fin dall’Antichità classica ipotesi poetiche e magiche, come ad esempio attesta Giovenale che lo vuole originato da un fulmine scagliato dal dio Giove in prossimità di una quercia. E poiché il supremo dio era anche celebre per la sua prodigiosa attività sessuale, anche al tartufo da sempre sono state attribuite virtù capaci di svegliare i sensi e “disporre alla voluttà”: “si pensano, che mangiati con pepe, eccitino gli appetiti venerei” (C. Durante, Herbario nuouo).
Altamente apprezzato soprattutto nelle mense di nobili e di alti prelati, da sempre ne è stato decantato l’aroma, considerato una sorta di “quinta essenza” capace di provocare negli uomini uno straordinario effetto estatico…
Giornata Buia - Pieter Brueghel Il Vecchio
Giornata Buia – Pieter Brueghel Il Vecchio

Redazione Fidaf

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