Studi seri sulla sfida della produzione e dell’uso del cibo, anche come un contributo decisivo alla soluzione della tragedia migrazioni

Una risposta efficace alla questione migrazioni può venire solo da un approccio che la affronta come parte di un intreccio di vicende fra loro fortemente interconnesse che comprende oltre le migrazioni, le minacce dell’ISIS e  il terrorismo fondamentalista islamico, anche lo sviluppo dei paesi in difficoltà a partire dal superamento del deficit alimentare. Finalmente l’UE sembra aver capito, su stimolo italiano,la strada da percorrere è evitare che siano costretti a migrare.Gli ultimi sviluppi sembrano positivi.

Allora la domanda diventa che fare in concreto? Ho già dato qualche esempio di progetti specifici che ritengo rilevanti. Un quadro organico delle possibilità e delle priorità è illustrato da due recentissimi libri italiani – entrambi merito del dinamismo propulsivo di Giuseppe Bertoni della Facoltà di Agraria di Piacenza –uno più sintetico e divulgativo ma sempre rigoroso e ben documentato (150 pagine facili da leggere e centrate su tre concreti esempi di successo in India, Repubblica Democratica del Congo e Italia), l’altro più ampio e dettagliato (oltre 500 pagine per chi voglia approfondire e per chi sia interessato anche ai problemi di una sana alimentazione nei paesi sviluppati).

Non è questa la sede per un riassunto delle argomentazioni e delle conclusioni esposte nei volumi (riassunto che ho tentato in un intervento in occasione dellapresentazione del secondo testo al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari  e Forestali – notare la recente aggiunta del temine alimentare nel nome del Ministero, un buon auspicio a mio avviso.

Mi limito a sottolineare come gli studi indichino chiaramente che una soluzione radicale e relativamente rapida è possibile a date condizioni. Quindi né disperazione né trionfalismo ma proposte concrete perché la fattibilità diventi risultato. Il libro individua tutti i fronti su cui impegnarsi a questo scopo; ne scelgo tre non di area strettamente tecnico-scientifica:

  • educazione (culturale sociologica non solo formazione tecnica, ma dialogo per costruire consenso) per costruire la risorsa più preziosa che è quella della conoscenza
  • logistica (penso alla rivoluzione agricola italiana anni ’50, ’60, ’70 che trovò un impulso decisivo nello sviluppo e miglioramento della viabilità in forma consortile, nei consorzi di bonifica, nelle centrali ortofrutticole, nelle cantine sociali, nel credito per il miglioramento fondiario e la meccanizzazione agricola insieme con l’assistenza tecnica degli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura)
  • governance politica dei destinatari degli aiuti (a volte i Governi locali fanno parte del problema più che della soluzione), e dei donors anche alla luce dei recenti ripensamenti degli Organismi internazionali rispetto ai fallimenti del libero mercato e più in generale dell’esigenza di rivedere l’assetto il ruolo e i costi di questi organismi; ho già detto che la rivoluzione verde italiana non fu libero mercato, ma riforma agraria a tutto tondo e non fu libero mercato nemmeno la rivoluzione verde dei primi anni ’70 in India e in alcuni Paesi del Sud Est Asiatico.

La presentazione si è conclusa con la proposta di costituire, con il supporto di FIDAF per l’avvio, Gruppi di Lavoro, aperti alla partecipazione di soggetti qualificati, per il monitoraggio degli sviluppi effettivi relativamente a tre aree di interesse prioritario:

Anche questo della cooperazione internazionale sul tema dell’alimentazione è uno dei settori nei quali l’Italia non è oggettivamente indietro, ma stenta a a farsi riconoscere il lavoro fatto e soprattutto  a portarlo a compimento (nel calcio si direbbe il gioco è bello, ma le conclusioni a rete non arrivano e la posizione in classifica non è brillante). In questo caso soggetti privati qualificati possono vicariare e stimolare un impegno delle istituzioni che finora è stato a corrente alternata e poco sistematico. Ha senso sperare che si facciano goal e facciamo anche almeno un po’ di tifo.

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Southall Mill, William Turner
Southall Mill, William Turner

Redazione Fidaf

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