Stampa A 50 anni dall’alluvione di Firenze: “Né Caldo, né Gelo vuol restare in Cielo” Considerazioni sulla Cronica meteorologica della Toscana
L’aforisma popolare segnalato nel titolo – “da intendere che il ‘Cielo’ non trattiene nulla e la ‘Terra’ è invece destinata a ricevere tutto” – costituiva il commento con cui Targioni Tozzetti chiudeva la descrizione dei singolari eventi atmosferici del giugno 1749 e in qualche modo spiega il pensiero/filo conduttore che aveva sorretto l’ Autore nella compilazione della Cronica Metereologica della Toscana, per il tratto degli ultimi sei Secoli, relativa principalmente all’Agricoltura: l’intento cioè di fornire un elenco quanto più completo possibile degli eventi atmosferici al fine di delineare il “panorama climatico” della Toscana, inequivocabilmente attestato dalle fonti storiche.
La Cronica costituisce la Parte III della Alimurgia stampata a Firenze nel 1767; Targioni Tozzetti era stato sollecitato alla compilazione dell’opera (che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere strutturata in più volumi), dalle carestie che negli anni sessanta del Settecento avevano colpito e messo in ginocchio a più riprese la Toscana e non solo.
Fra le cause, oltre quelle da lui definite “morali” (“devastazioni … depredazioni degli Eserciti … morîe e dispersioni degli Agricoltori … mal governo … esportazione delle necessarie Grasce” etc.), quelle “fisiche”(cavallette … bruci … topi, ed altri Animali … Incendj … Inondazioni …); causa principale tuttavia erano le “Meteore, cioè le stravaganze dei tempi, e le irregolarità delle Stagioni”…