Stalle di soia, campi di maiali
AMBIENTE – C’era una volta la Repubblica delle banane. Uno stato ideale in cui il potere è controllato dalle multinazionali che impongono ed esportano una sola coltivazione: solo banane, solo caffè, solo canna da zucchero. E da qualche anno, soia. Tanta soia. Così tanta che ormai è tempo di parlare di Repubblica della soia.
La soia è un legume originario della Cina che si adatta a vivere in climi molto diversi. Grazie alla ricerca scientifica, inoltre, sono state selezionate varietà diverse per ciascuna area del pianeta. In Brasile, per esempio, cresce così bene che la foresta amazzonica viene abbattuta per fare spazio ai campi di soia. Greenpeace ha denunciato che nel 2018 sono spariti 7900 km^2 di foresta, un territorio pari a quello del Friuli-Venezia Giulia. Ma il suolo disboscato non è adatto all’agricoltura intensiva perché è troppo povero di sali minerali per garantire la crescita delle colture. E quindi bisogna ricorrere al largo consumo di fertilizzanti, che drogano il terreno e inquinano falde acquifere e fiumi…