Senza rimpianti 4

Senza rimpianti 4

La via della transizione verso la sostenibilità del sistema agroalimentare è lastricata da compromessi: è necessario adottare soluzioni di equilibrio tra esigenze divergenti e spesso incompatibili tra loro. Vediamo di analizzare i compromessi che ci sembrano più rilevanti. Il primo e forse più importante compromesso riguarda l’intensità della produzione agricola: sistemi produttivi estensivi hanno un basso impatto ambientale sulle aree agricole, ma consentono produttività per unità di superficie coltivata molto bassa e consentirebbero quindi di soddisfare la domanda di prodotti agricoli solo a costo di espandere la frontiera agricola. Al contrario, sistemi agricoli intensivi esercitano una maggiore pressione ambientale sulle aree agricole, ma permettono di produrre derrate alimentari sufficienti usando le aree già coltivate, senza dover invadere altri ecosistemi naturali, in particolare le foreste. La soluzione, che viene identificata nella “intensificazione sostenibile (o ecologica, secondo altri autori) della produzione agricola”, è un compromesso tra le esigenze opposte di minimizzare la area coltivata e di ridurre l’impatto ambientale per unità di superficie, o è solo un ossimoro? Intensificazione significa accrescere, l’uso dei fattori di produzione, quali suolo, sementi, letame, fertilizzanti, fitofarmaci, acqua, capitali, lavoro, carburanti ed altre forme di energia, meccanizzazione, conoscenze e tecnologie e organizzazione manageriale o, meglio detto, la combinazione di tutti questi fattori. Da un punto di vista puramente produttivistico, il massimo di efficienza di uso delle risorse si ha quando ciascun fattore di produzione è impiegato al livello che massimizza la produzione. Da un punto di vista economico, l’intensificazione della produzione agricola obbedisce alla legge dei rendimenti marginali: l’efficienza di uso delle risorse più alta coincide con livelli di uso dei fattori di produzione che massimizzano il rapporto tra costi e ricavi, livelli inferiori a quelli che massimizzano la produzione. L’intensificazione sostenibile inserisce il concetto di efficienza di uso delle risorse rispetto all’impatto ambientale. La combinazione dei fattori di produzione deve quindi minimizzare l’esternalizzazione dei costi di produzione, capitalizzando i processi ecologici degli agroecosistemi. Uno dei fattori di produttivi menzionati deve quindi essere sicuramente ottimizzato: il livello di conoscenze e tecnologie applicate alla produzione agricola.
Il secondo compromesso da adottare per percorrere la strada della sostenibilità del sistema produttivo agricolo riguarda il dilemma tra produzione cibo e produzione di biocombustibili. L’esigenza di soddisfare la crescente domanda di alimenti (vedi l’articolo ‘Come evolverà la domanda di alimenti’ in questa stessa rubrica) compete con l’esigenza di sostituire almeno parzialmente le fonti non rinnovabili di energia. Il surplus di produzione agricola in alcune aree del mondo, la crescente fame di energia, nonché l’aumento dei prezzi dei combustibili fossili hanno infatti spinto qualche governo di pesi industrializzati ad offrire incentivi per la conversione in biocombustibili di derrate alimentari. La produzione di bioenergia, anche se risponde ad esigenze strategiche e ambientali (tutte da dimostrare), sottrae risorse alla produzione di cibo, conseguenze spesso molto negative sulla sicurezza alimentare, come è successo durante il 2008. Un possibile compromesso è di limitare la produzione di biocombustibili alla conversione di scarti lignocellulosici della produzione di alimenti o di altre biomasse non commestibili. La competizione con altre utilizzazioni, per esempio per la produzione di compost, mangimi o pacciamatura sarebbe meno pressante di quella con la produzione di alimenti, ma le tecnologie necessarie non sono in molti casi sufficientemente mature per applicazioni su vasta scala. Un terzo grande compromesso è quello necessario per raggiungere un equilibrio più sostenibile tra la produzione di alimenti e la produzione di mangimi per l’alimentazione animale. Questo terzo compromesso necessita però di una discussione più approfondita, che sarà affrontata separatamente.

Redazione Fidaf

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