Semaforo rosso per i cibi italiani?
Non ho risparmiato su Linkedin critiche puntuali a gran parte delle agenzie dell’ONU, macchie mangia soldi per privilegi dei diplomatici e per roboanti dichiarazioni (giudizi, anzi pregiudizi, e auspici) mai seguite da fatti.
Fanno già abbastanza danni su migrazioni, fame nel mondo, terrorismi, genocidi, diritti umani, cambiamenti climatici e tante altre questioni serie.
Per correttezza ho anche riportato iniziative che ritenevo condivisibili (per la verità poche). E qualche volte ho persino pensato di aver ecceduto nelle critiche.
Ma questa pensata del semaforo per i cibi della tradizione italiana è follia pura.
Primo: anche il grande pubblico sa che il rapporto non è tra singolo cibo e salute, ma tra dieta (mix di dosi di alimenti) e salute.
Secondo: la situazione va differenziata per paesi fino al paradosso che anche nei paesi dove c’è insufficiente alimentazione il pane avrebbe bollino rosso. Non è col semaforo che si fa educazione alimentare.
Terzo (paradossalmente): ammesso che alcuni cibi siano da sconsigliare non è detto che l’allarme e la proibizione sortiscano l’effetto perseguito: esempi: zucchero, alcol, fumo (e volendo anche droghe).