Santa Susanna

Ho avuto la fortuna di giovarmi di una interessante occasione e di “scoprire” il valore storico e artistico di un assai prezioso tesoro nascosto sotto la Chiesa e il Monastero di Santa Susanna.
L’Associazione Culturale “L’Arteficio” (06 96 84 38 48) offre tale opportunità, che consente di visitare anche le Ville romane del Colle Quirinale – recentemente riscoperte – connotate dalla dicotomica funzione di rendere eleganti le residenze del ceto patrizio e di produrre ortaggi, frutta e uva.
La Chiesa di Santa Susanna è sicuramente affascinante dal punto di vista architettonico ed estetico. Al suo interno – che offre composizioni artistiche di alto livello – c’è un’atmosfera che la avvolge e la trasforma in qualcosa che non può essere equiparata alle altre costruzioni della zona; il suo aspetto e il suo contenuto storico sono legati non solo all’arte, ma anche alla storia di quel Colle.
Chi ha la curiosità di visitare la Chiesa, al centro di Roma, non può che trovare conferma di queste sensazioni. La facciata, realizzata da Carlo Maderno nel 1603, attrae per la sua intensità e originalità. Ma la storia della Chiesa è ben più lunga.
Nata paleocristiana, nel V secolo, era una basilica a tre navate, costruita sui resti di ville romane. Nell’ottavo secolo fu ricostruita durante il pontificato di Leone III e nel XV venne ristrutturata e ridotta a una sola navata, come è attualmente.
L’origine della Chiesa è legata al martirio di Santa Susanna: sarebbe sorta, infatti, sopra la casa dove essa fu martirizzata e decapitata, per decisione di Diocleziano, essendosi rifiutata – in dipendenza della sua conversione al cristianesimo e della scelta della verginità – di sposare il figlio.
Nel 1586 nacque la Comunità di Santa Susanna, che entrò nell’Ordine Cistercense, fondato nel 1098. Per decisione di Sisto V la Chiesa, nel 1587, venne concessa alla predetta Comunità, la cui attenzione si sostanziò anche nella decorazione artistica di grande livello del suo interno, grazie al coinvolgimento di pittori e architetti di fama internazionale.
Dietro al presbiterio si trova un’altra preziosa costruzione: il coro monastico, costituito da un’ampia sala rettangolare, realizzata nel 1596, con un soffitto in legno intagliato a cassettoni e con affreschi sulle pareti dovuti a Francesco Mezzetti.
Nelle nicchie del coro e all’interno della clausura nel 1700 furono realizzate opere dai pittori Avanzino Nucci e Filippo Fregiotti.
Questa concentrazione di artisti, pittori e scultori non esaurisce le sorprese che offrono la Chiesa e il Monastero. Sotto i loro pavimenti si scoprono altre assai suggestive bellezze: una chiesa paleocristiana e i resti di una casa romana, attribuita al padre di Susanna, San Gabino, nonché un sarcofago di quell’epoca.
Una visita assai interessante che ha fatto nascere in me l’aspettativa di ulteriori informazioni sull’uso dei territori dei Colli dell’antica Roma, anche con riferimento alla produzione di alimenti per le famiglie dei patrizi che li possedevano e delle loro numerose servitù.

Nicola Santoro

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Redazione Fidaf

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