Roma ha pochi agronomi dedicati al verde pubblico

Roma ha pochi agronomi dedicati al verde pubblico

Presidente, cominciamo con una domanda secca. Come giudica l’opera di manutenzione del verde di Roma?

“A domanda secca risposta secca: mi sembra perfettamente in linea con le risorse tecniche di cui dispongono le strutture che se ne occupano… battute a parte, quando si dice che “Roma è la capitale più verde d’Europa” si dice certamente una cosa vera, ma il verde corrisponde ad un insieme di situazioni e di categorie di uso del suolo assai diverse. C’è il verde dei viali alberati storici e di quelli di più recente costituzione, c’è il verde dei grandi parchi urbani del centro e della prima periferia e c’è quello dei parchi cittadini periferici con estensioni anche importanti, c’è il verde delle aree pascolive e forestali che penetrano nel tessuto urbano in modo consistente, ci sono le tantissime aree agricole gestite da altrettante aziende anche importanti, c’è il verde cimiteriale storico del Verano e quello periferico di Prima Porta, ci sono le aree prossime ai grandi corsi d’acqua del Tevere e dell’Aniene, c’è il verde dei mille giardini e giardinetti. Insomma se si apre una qualsiasi immagine fotografica di Roma ci si rende subito conto di quanto e “quale” verde caratterizzi la nostra città. Ed a questo punto la domanda la faccio io: come si può pensare di intervenire su tutte queste diverse varietà di verde e sulle altrettanto varie casistiche gestionali, senza la cospicua presenza di personale tecnico in grado non solo di osservare la vegetazione riconoscendola sin nei minimi particolari, non solo di fotografarla o disegnarla su bellissime carte con tanti colori, ma di “gestirla” con specifici interventi tecnici mirati a seconda dei diversi casi?”.

Può essere più specifico?

“Guardi, non so quante centinaia o migliaia di Architetti, Ingegneri, Geometri, Naturalisti o Biologi siano assunti nel Comune di Roma, ma so che di Dottori Agronomi e Forestali ce ne sono quattro. Quattro di numero! E parlo di Tecnici laureati con competenze esclusive nelle attività della selvicoltura e della gestione forestale, nella valutazione della stabilità degli alberi e nell’attribuzione del loro rischio statico. Come si può pensare che questi 4 colleghi possano operare nella gestione tecnica del sistema agro-forestale in tutte le infinità di situazioni presenti nel territorio di Roma? Ed infatti, rendendoci perfettamente conto delle tante difficoltà derivanti da un patrimonio arboreo così ampio ed esteso e dalle carenze di organico con competenze specifiche nel settore, l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma ha dato più volte il suo convinto aiuto mettendo a disposizione dell’Amministrazione numerosi colleghi che hanno operato volontariamente e gratuitamente in diverse situazioni.

Può farci qualche esempio?

“In particolare con l’attuale Amministrazione comunale abbiamo lavorato al Regolamento del Verde Urbano che, unica Capitale europea, Roma ancora non aveva e che ci auguriamo sia ormai prossimo alla definitiva approvazione. Abbiamo fatto parte dei Tavoli tecnici sulle tante problematiche della vegetazione arborea della città e siamo tutt’ora coinvolti, in collaborazione con la Protezione Civile regionale, nella identificazione degli alberi in conclamato pericolo di crollo presenti entro i plessi scolastici cittadini”.

Dalla amministrazione Raggi, che risposte avete avuto?

Avevamo avuto ampie e ripetute assicurazioni che quanto prima si sarebbe provveduto all’assunzione di un congruo numero di Dottori Agronomi e Forestali, ma nel Concorso da poco uscito non siamo stati neppure considerati. A questo punto naturalmente la nostra disponibilità, ritenuta da qualcuno stranamente non importante, viene meno. Non diminuiranno, purtroppo, le tante situazioni di crisi derivanti, soprattutto, dalla presenza di un patrimonio arboreo così ampio e spesso vetusto inserito in un ambiente intensamente urbanizzato”.

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Redazione Fidaf

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