Le attuali performance dei modelli climatici a scale sotto-giornaliere, essenziali per prendere in considerazione le precipitazioni intense e di breve durata responsabili di frane improvvise, non sono purtroppo ancora abbastanza affidabili per un’analisi approfondita della stabilità dei nostri rilievi e versanti.
In un tentativo di ovviare ai limiti dovuti alla differenza di risoluzione temporale tra modelli climatici e di pericolosità, un nuovo studio pubblicato di recente su Landslides (tra gli autori, anche i ricercatori della Fondazione CMCC G. Rianna, L. Comegna, P. Mercogliano della Divisione REMHI) presenta un approccio utile a stimare le future variazioni del rischio di frane superficiali e gestire le incertezze associate ai modelli climatici e al downscaling sotto-giornaliero. Il nuovo metodo è stato in particolare saggiato in un piccola area della costa amalfitana…