Ricordo di Camillo Mancini
Presento, assai commosso, il ricordo – appresso riportato – di Camillo Mancini, fatto dal figlio Francesco Paolo, nostro Amico, in occasione dell’ultimo saluto rivoltoGli nella gremita Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Non sarà l’ultimo nostro ricordo, essendo stato Camillo un Uomo per molti aspetti indimenticabile. E’ difficile parlare di Lui senza correre il rischio di privilegiare alcuni aspetti della Sua personalità o del Suo carattere, a scapito di altri. La Sua capacità di passare dalla scienza alla musica, alla poesia, all’uso non casuale dell’autentico dialetto romanesco-trasteverino Lo rendeva simpaticamente imprevedibile; anche se Egli consentiva sempre agli interlocutori di parlarGli con franchezza, senza rischi di fraintendimenti. Era portatore di cultura e valori coltivati con naturalezza, che non offuscavano e non limitavano la Sua ereditaria sensibilità per la tutela di coloro i quali vivevano al Suo contatto quotidiano; ai quali offriva il puntuale sostegno dei Suoi saggi, preziosi consigli.
Autore di poesie dialettali piacevolissime – che evidenziano le Sue riflessioni sulla necessità di non distruggere il passato, ma di aggiornarlo – coglieva ogni occasione per dare garbate “tirate di giacca” agli incapaci di sintonizzarsi con la realtà. E sapeva coniugare l’enfasi della fantasia con la concreta fattività. Le Sue poesie e i Suoi scritti sono pregni di insegnamenti professionali, etici e morali http://www.ardaf.it/agriculturando/rime-burocratiche-di-camillo-mancini/. Il Suo comportamento rivelava la Sua origine “agricola”, connotata da una amorevole passione per la valorizzazione di una antica civiltà, di una antica cultura, in simbiosi, però, con i cambiamenti da favorire. Era familiare con tutti : Suoi coetanei e giovani; imprenditori e tecnici; romani e “forestieri”.
Grazie, caro Camillo, per gli aiuti che – con intelligenza e sensibilità – hai dispensato e che continueranno a favorire la crescita della saggezza e dell’onestà intellettuale di coloro che hanno avuto la fortuna di frequentarTi.
Luigi Rossi, Presidente FIDAF
———-
Ricordo di mio padre CAMILLO MANCINI, del figlio Francesco Paolo
La famiglia era importantissima per mio padre, Camillo, che suo padre, Enofilo, lo aveva dovuto salutare quando era ancora adolescente. La famiglia, di cui insieme ai fratelli aveva pazientemente ricostruito la storia indietro nei secoli, da Roma alla amata Ciociaria, a Ceccano, a Sonnino, fino alla Sicilia: alla ricerca di una sorta di paternità ideale. Che aveva trovato, fra gli antenati più recenti: in particolare nel nonno, Camillo come lui, e come lui agronomo, anzi ingegnere agronomo, che era la qualifica di allora. Il nonno Camillo si era impegnato, come tecnico, e anche nella sua intensissima attività in Parlamento, ancora oggi attuale, in uno straordinario lavoro di collegamento fra politica amministrativa e tecnica agronomica e fra i Palazzi del Potere e le povere case e, spesso, le baracche di legno e fango, in cui a quei tempi vivevano gli agricoltori e gli allevatori, i contadini, i pastori…
Continua in allegato: Ricordo Camillo Mancini