Rapporto SVIMEZ, realtà e prospettive del Centro-Sud

Il messaggio di fine anno del Presidente Mattarella e alcune iniziative del Governo hanno contribuito ad evidenziare i problemi del Mezzogiorno, con particolare riferimento a quelli occupazionali dei giovani. A quanti – politici, amministratori locali, imprenditori – vorranno dare un contributo per l’auspicato recupero economico, sociale, politico del nostro Sud, converrà tener conto dell’analisi – chiara ed esaustiva – fatta recentemente dalla SVIMEZ, da molti, purtroppo, già dimenticata.  L’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno ha dimostrato – con dovizia di dati – che il nostro Paese è sempre più diviso, poiché le regioni del Mezzogiorno si allontanano progressivamente dal Nord e dagli standard culturali, sociali, economici dell’occidente. Ma quanti ricordano ancora i numeri del Rapporto ?

Chi si attiva per evitare che alla necessità di reagire subentri una crescente assuefazione ? La SVIMEZ, con il Rapporto presentato alla Camera dei Deputati, ha evidenziato che “il Mezzogiorno resta un’area di forte produzione agricola”, con un tasso di organizzazione della produzione in filiere e forme associative modesto ; tanto che su quindici Associazioni di Organizzazioni di Produttori – AOP – presenti in Italia, solo due sono al Sud. Va ricordato, inoltre, che a giudizio della SVIMEZ, per affrontare la crisi di competitività del Sud, con sicura utilità anche per l’intero Paese, è necessario investire nelle aree vocate delle regioni meridionali, per realizzare incrementi dell’agroalimentare e dell’agroindustria, nonché sviluppo delle energie rinnovabili, rigenerazione urbana e ambientale, ricerca, innovazione e crescita culturale.  Ma bisognerà investire soprattutto nelle regioni meno inquinate dalla delinquenza e più dotate di spirito imprenditoriale, con un duplice obiettivo : rendere concrete le aspettative di sviluppo economico e sociale di quelle aree e favorire provvedimenti di emulazione nelle altre. Il Mezzogiorno è un mosaico di situazioni non omogenee, caratterizzato da specificità ambientali, sociali, imprenditoriali : soltanto sostenendo iniziative valide in quelle più promettenti si può favorire la complessiva, progressiva sua crescita. La situazione – quella evidenziata – di mancato sviluppo o, peggio, di degrado, che ha visto scendere ulteriormente il prodotto interno lordo del Mezzogiorno del 9,4%, rispetto al 2001 : un dato obiettivo, incontrovertibile ; un risultato peggiore, addirittura, di quello della Grecia, ove è stata registrata, nello stesso periodo, una contrazione dell’1,7%. Per una migliore conoscenza e per adeguate valutazioni di tale realtà è opportuno ricordare che anche gli investimenti fissi hanno segnato, al Sud, una caduta maggiore rispetto al Centro-Nord : dal 2008 al 2014 sono crollati del 38%, a fronte del 27% del resto del Paese. A livello settoriale, è da ritenersi epocale, nelle regioni meridionali, il crollo degli investimenti in senso stretto, ridottisi – in detto periodo – addirittura del 59,3% ; ossia oltre tre volte rispetto al Centro-Nord (meno 17,71%) ; in agricoltura, in particolare, la riduzione è stata del 38%, quasi quattro volte quella del resto dell’Italia (meno 10,8%). Inoltre, mentre nelle aree centro-settentrionali si registrano dati di ripresa dei consumi – ancora deboli, ma fortunatamente crescenti – al Sud ristagnano o calano. Quanto alla occupazione è stata registrata – nel periodo citato – una caduta del 9% ; ossia sei volte quella delle altre aree, poiché delle 811mila persone che in Italia hanno perso il lavoro, ben 576mila erano residenti nel Mezzogiorno.

Nel Sud, quindi – ecco la efficace sintesi del Rapporto – pur essendo presente appena il 26% degli occupati, si concentra il 70% delle perdite occupazionali determinate dalla crisi. Prima ancora che lo stanziamento di fondi, occorre un impegno urgente e convinto – sollecitato, coordinato e supportato dalla politica, a tutti i livelli – che superi localismi inefficienti e corrotti, aggravata dalla eccessiva autonomia delle Regioni, nonché egoismi di corporazioni. Una realtà sconfortante, connotata da diffusi fenomeni malavitosi, che hanno contribuito e contribuiscono a rafforzare la tesi di coloro che ritengono la criminalità una delle principali cause del degrado e propongono, con sospetta insistenza, interessate terapie per combatterla : dirottare finanziamenti e commesse, nonché i contributi finalizzati a realizzare nuove opere e infrastrutture. Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione imprenditoriale, con la conseguenza che il rarefarsi delle risorse umane e finanziarie potrebbe impedire il suo aggancio alla ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente. Una deriva a tempo indeterminato, dunque ? Una realtà che merita attenzione e provvedimenti concreti, immediati, e non più promesse e annunci dal prevalente sapore politico.

Landscape with Trees and Figures, William Turner
Landscape with Trees and Figures, William Turner

Redazione Fidaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *