Rapporto Istat sulla conoscenza, come l’ignoranza sta affossando l’Italia
Il Rapporto Istat sulla conoscenza denuncia le lacune italiane, con grossi impatti sul sistema dell’innovazione e digitale. E così pone le basi per disegnare una strategia organica sul ciclo di conoscenza. Necessaria per la crescita economica, sociale e culturale
Il Rapporto Istat sulla conoscenza, di recente pubblicazione, assume una particolare importanza perché pone l’attenzione sul fatto che è l’intero ciclo di conoscenza a dover essere sostenuto, pianificato, attuato e quindi misurato. Di conseguenza, per modificare una situazione che vede l’Italia in larga parte sotto le performance medie europee, è necessaria una strategia che si occupi dell’intero ciclo, interessandosi allo stesso tempo e in modo organico di sistema educativo, ricerca, imprese, dal punto di vista della persona e delle sue competenze.
È necessario, pertanto, un approccio che non si limiti ad un’osservazione di settore e parziale, ma che punti ad una restituzione effettiva del “valore” della conoscenza. Valore economico, sociale, personale, e quindi valore diffuso e allo stesso tempo essenziale per la vita di una comunità e per l’economia e il benessere di un territorio. Il focus sul ciclo di conoscenza è prima di tutto un focus sull’integrazione degli interventi, sulla visione olistica della società, sul superamento della settorializzazione delle strategie di crescita. Non a caso nelle prime righe dell’introduzione si afferma che “Le espressioni “società dell’informazione”, “economia della conoscenza”, “digitalizzazione”, “impresa 4.0”, “internet delle cose” e così via, pur non essendo sinonimi l’una dell’altra, presentano molte “somiglianze di famiglia” e tendono a ricorrere insieme nei discorsi sugli sviluppi più recenti della società e dell’economia”…