Rallentare la grande accelerazione per custodire la bellezza

“Noi umani, antrophos in greco antico, siamo diventati un agente di trasformazione così rilevante da poter essere considerati una forza geologica sul pianeta, più importante per effetti e ritmo delle eruzioni vulcaniche, della tettonica delle placche o dell’erosione. Con un’indifferenza spericolata, abbiamo dato il via a una nuova era geologica, l’‘Antropocene’.”

Anche se la comunità scientifica ancora discute sul momento esatto in cui è cominciata questa nuova era geologica, è ormai chiaro che la pressione esercitata dagli esseri umani sta modificando le caratteristiche fondamentali del pianeta Terra.

Rockström e Klum danno conto di questa trasformazione già nel titolo del loro libro, Grande mondo, piccolo pianeta. Se fino agli anni Cinquanta abbiamo vissuto in un piccolo mondo su un grande pianeta, a partire dalla Grande Accelerazione, iniziata a metà del secolo scorso, i rapporti sono cambiati e oggi abitiamo in un grande mondo su un piccolo pianeta.

L’interazione tra innovazione tecnologica, crescita demografica e aumento della ricchezza ha infatti prodotto un sistema che ha migliorato le condizioni di vita di miliardi di persone, ma ha cambiato tutti i processi ambientali che stanno alla base delle moderne economie. Inoltre, l’economia globale consuma risorse e genera scarti a livelli e disuguaglianze che non precedenti nella storia dell’umanità. Il mondo degli umani, sempre più interconnesso, veloce e vorace, ha ormai superato i limiti del piccolo pianeta che lo ospita…

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Linlithgow Palace, William Turner
Linlithgow Palace, William Turner

Redazione Fidaf

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