Rai EXPO, Langhe e Monferrato: dalla crisi all’UNESCO
Le zone vitivinicole del Piemonte entrano ufficialmente tra i luoghi patrimonio dell’umanità. Un successo costruito con intelligenza, reinventando una zona che 30 anni fa era depressa
Marco Bolasco
Come si fa a trasformare una zona bellissima ma depressa in un pezzo della World Heritage List dell’UNESCO, la lista dei siti patrimonio mondiale dell’umanità? E’ un lavoro che va fatto con cura, un pezzo alla volta, slow, vien da dire.
Già, perché da quel pezzo della provincia di Cuneo, Asti e Alessandria, dalle colline pettinate del Monferrato e del Barolo (ma anche Barbera, Barbaresco, Dolcetto e Moscato), dagli immensi orti e frutteti, ancora solo trent’anni fa si andava via. Il vino non era certo quel fenomeno culturale, agricolo e commerciale che è adesso (eravamo alla vigilia dello scandalo del metanolo alla metà degli anni Ottanta) e la città restava polo di attrazione giovanile, anche solo per la sua capacità di attrarre e offrire lavoro.
Cosa accade oggi? Che Langhe e Roero si sono trasformati in uno straordinario polo, un centro di…
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