Proviamo a darci un metodo di lavoro per superare lo stallo nel rapporto tra politica e cittadini che le elezioni hanno certificato?
E’ ancora radicato nella mentalità prevalente uno schema semplificato dei processi decisionali e dei flussi informativi connessi che vede due sorgenti di informazione (la conoscenza scientifica e i saperi tradizionali) e due attività decisionali (rispettivamente privato e pubblico) mediate dai convincimenti della pubblica opinione e dall’attività di informazione e comunicazione attraverso i media.
Aldilà di più o meno efficaci rappresentazioni delle linee di collegamento fra questi elementi, appare comunque evidente che lo schema è inadeguato già nella sua articolazione.
Modello incompleto dei processi decisionali e dei flussi informativi connessi…
Trascrivo i contenuti di una conversazione su Linkedin, a commento dell’articolo, tendente ad approfondire la possibilità di trasformare lo schema in un modello con potenzialità predittive.
Serafino Fazioli
Gent.mo Fabio Pistella. Ho tentato di analizzare il modello da Lei postato senza riuscire a trarne logicità matematiche. (Non vedo sbocchi e, sicuramente, per causa di una mia deficienza nelle programmazioni reticolari). Potrebbe reimpostare il problema adottando, per i diagrammi di flusso, il supporto degli “if logici”? Sono convinto che, i rombi, fornirebbero una migliore intelligibilità.
Fabio Pistella
Innanzitutto grazie per l’attenzione. Il grafico, in effetti, non è un modello, tanto meno un modello predittivo. Serve solo a elencare i soggetti, a individuare le relazioni tra questi e gli snodi critici nelle loro intersezioni, a segmentare il sistema in sottosistemi. Ha solo valenza ricognitiva e se mi passa il termine, didascalica: far capire alla gente come “girano” i meccanismi che contano. L’obiettivo principale è superare la rappresentazione tradizionale del mondo della comunicazione (figura iniziale in bianco e nero) che ha seri limiti: confonde il processo informativo con quello decisionale; non elenca tutti i soggetti attivi. Il passo successivo potrebbe essere modellare, usando l’approccio da lei suggerito ciascuno dei cinque snodi critici (tre di comunicazione SC e due di decisione SD) individuati nel mio schema. Abbiamo cominciato a lavorare in tal senso con un gruppo di amici. Anche in attesa di modelli predittivi, dallo schema proposto sono evidenti due priorità: i flussi di comunicazione non sono in alcun modo governati se non dai poteri economici (SC1); sono trascurate le sedi di partecipazione (flussi in arancione) che dovrebbero consentire l’esercizio della democrazia e invece sono spesso in mano a facinorosi.
Se le interessa possiamo approfondire la conversazione via mail. Mi permetto di suggerirle di aprire i link inseriti nel mo recente post che ha come figura iniziale un ideogramma cinese che collegano a qualche appunto su un test case relativo al settore agro alimentare. Tornando al senso del mio schema, per ora mi accontento di chiamarlo un tentativo di rappresentare in forma schematica considerazioni attinenti alle scienze politiche e sociali generalmente espresse in modo non particolarmente intelligibile per chi come me è abituato a schemi interpretativi della scienza e della tecnica. Lo si potrebbe chiamare un tentativo di avvicinamento delle due culture (tecnica ed umanistica) tra loro poco dialoganti. Un’altra immagine che può far capire l’utilità (confermo, limitata) del mio schema è quella di uno schema molto preliminare dei flussi di fluidi in un impianto chimico ancora da dimensionare (gli SC sono embrioni delle centraline di regolazione di un sottoprogetto). Grazie ancora per lo stimolo a chiarire la mia posizione ed evitare fraintendimenti.
Serafino Fazioli
Grazie dell’esegesi, @Fabio Pistella. Quando avrò un po’ di tempo libero cercherò, a modo mio, di ideare una interpretazione grafica seguendo i principi del “Critical Path Method”. Nel contempo mi adopererò per creare un algoritmo che, nel proprio tentativo di ricerca della logicità, potrà verosimilmente alimentare più interrogativi. Paradossalmente, però, gli stessi dubbi creati dovrebbero essere di aiuto ad individuare in modo più selettivo le criticità del problema e modellare le priorità temporali per risolverlo. (Non è da escludere che possano anche complicarlo … sigh!). Buona giornata.
Fabio Pistella
In effetti il mio schema evoca tutt’al più un reticolo di Gantt con relativi feedback, normalmente utilizzato per rappresentare interdipendenze e durate. Nel mio schema solo interdipendenze. Spero proprio che lei riesca a cavarne qualcosa di meglio. La consapevolezza nell’opinione pubblica dei processi di questo tipo è talmente bassa che mi è sembrato un passo avanti già rappresentare le interdipendenze (feed back inclusi) e relativi snodi.