Proteggere le coste per salvare l’economia del mare
Quando il 19 Ottobre u.s. decidemmo di portare all’attenzione della opinione pubblica la difficile e complicata problematica dell’erosione costiera nella nostra regione, non sapevamo che di lì a qualche giorno si sarebbero verificati sul territorio italiano una serie di cataclismi che evidenziarono la ormai difficile prevedibilità di eventi climatici estremi, ma anche una oggettiva fragilità di tanti ambienti italiani, tra i quali le coste. Ci furono presentate tante situazioni italiane -e anche toscane- con numerosi tratti di costa completamente stravolti sia sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello dei numerosi e diversi manufatti strutturali variamente danneggiati se non distrutti.
D’altra parte l’ambiente costiero è valutato dagli esperti come molto dinamico; la linea di costa può subire modifiche a seguito delle azioni del clima, ma anche in dipendenza della natura geologica, dei fattori biologici e, infine, antropici.
Si può pensare alla ineluttabilità di tali eventi e alla scarsa possibilità di contrasto che abbiamo; si usa dire che la forza del mare non può essere contrastata, però sappiamo che, nonostante il problema non sia semplice, si possono intraprendere promettenti strategie difensive (scogliere frangiflutti, difese radenti, pennelli, ripascimenti, dragaggi, ecc.). Che tali interventi siano necessari è dimostrato dai notevoli danni registrati in varie località marine durante il periodo di mal tempo pocanzi citato, danni che potevano essere contenuti se si fosse intervenuti per tempo. Particolare attenzione va data a quegli interventi che interessano un limitato tratto di costa in erosione, perché possono innescare fenomeni erosivi sui tratti adiacenti non protetti. Inoltre l’arretramento delle coste si associa spesso alla demolizione dei sistemi dunali, che costituiscono una valida protezione degli ambienti retrostanti e quindi della vegetazione presente. La manutenzione degli ambienti dunali è pertanto fondamentale.
Durante la Giornata di studio affrontammo sia le ragioni delle modifiche costiere derivanti da un diverso apporto fluviale e, più in generale da cambiate abitudini sociali e produttive, in grado, probabilmente, di influenzare anche il clima. Il rischio idrogeologico fu esaminato da un punto di vista della gestione delle risorse idriche, ma anche secondo una logica che prevedesse interventi di difesa.
D’altra parte tutti gli interventi sopra citati hanno una valenza tanto maggiore quanto più forte è l’impatto della specifica economia delle zone colpite dagli eventi meteorici avversi. Crediamo sia cosa utile riportare, di seguito, il quadro riassuntivo dell’economia costiera grossetana e livornese, per dare idea del volume globale della cosiddetta economia del mare (e quindi dei posti di lavoro) che può essere insidiato da una sottovalutazione della problematica esposta.
Alla fine del 2016 la Blue Economy opera tramite 6.277 imprese ed oltre 28.600 addetti, un potenziale produttivo che ha generato direttamente oltre un miliardo di euro in valore aggiunto nel territorio della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, senza contare quanto prodotto dalle attività collegate a monte ed a valle. Si può infatti stimare, per Livorno e Grosseto, un valore aggiunto ulteriore attivato dall’Economia del mare pari a circa 2,4 miliardi di euro.
Il tessuto imprenditoriale Blue vale nel complesso il 46,6% di quello toscano (30% Livorno, 16,6% Grosseto) ed il 3,3% di quello nazionale. Fanno parte di questo settore il 12,3% delle imprese complessivamente operanti a Livorno ed il 7,7% a Grosseto. Tra il 2011 ed il 2016 le imprese legate all’Economia del mare hanno registrato un importante sviluppo (Livorno 4,4%, Grosseto 6,1%), contrariamente a quanto avvenuto per la parte restante del tessuto imprenditoriale operante nelle altre tipologie di attività.
La maggior parte delle imprese “Blue” tende a concentrarsi nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione con percentuali diverse a seconda del territorio. Un’altra percentuale consistente di imprese è presente nell’ambito delle Attività sportive e ricreative, della Cantieristica, della Movimentazione merci e passeggeri via mare o della filiera Ittica. Soltanto una piccola nicchia di Blue enterprises si dedica all’Industria delle estrazioni marine o alle Attività di ricerca regolamentazione e tutela ambientale.
Al contempo la gran parte del valore aggiunto 2016 dell’Economia del mare è stata prodotta dalla filiera dei Servizi di alloggio e ristorazione (45%) e da quella delle attività di Movimentazione merci e passeggeri via mare (26,4%).
Ciascuna filiera offre il proprio fondamentale contributo anche ad altri settori collegati a monte ed a valle. Le filiere con più elevata capacità moltiplicativa sono: Movimentazione di merci e passeggeri, che per ogni euro prodotto riesce ad attivarne sul resto dell’economia altri 2,6; Cantieristica (2,5) e Attività sportive e ricreative (2,3).
Livorno è tra le prime 10 province italiane per numero di occupati nell’Economia del mare (8°) con 19.170 occupati che, se sommati a quelli di Grosseto (28esima con 9.442 unità), portano il bacino occupazionale del settore a quota 28.612 unità collocando l’area di riferimento camerale in sesta posizione subito dopo Palermo. Servizi di alloggio e ristorazione, Movimentazione di merci e passeggeri, Attività sportive e ricreative e Cantieristica ne costituiscono lo zoccolo duro.
Se l’occupazione Blue della Toscana rappresenta il 6,5% di quella nazionale lo si deve in buona parte (oltre il 50%) al contributo di Livorno e Grosseto. A Livorno l’occupazione Blue è cresciuta del 2,8%; a livello di singole filiere risultano in negativo Ittica -3,6%, e Movimentazione merci e passeggeri -0,5%. Tra i comparti con trend occupazionale positivo da segnalare i Servizi di alloggio e ristorazione sia per l’intensità dell’incremento percentuale ( 9,7%) sia per l’incidenza che la stessa filiera ha sul complesso delle attività Blue e dell’intera economia. Di un certo rilievo anche l’aumento calcolato per Attività sportive e ricreative (11,6%) e Attività di tutela ambientale (8,1%), per quanto anche la Cantieristica risulti in una fase di importante sviluppo ( 3,2%). Grosseto si mantiene in perfetta media regionale ( 4,8%) e presenta due sole filiere con occupazione in diminuzione: Cantieristica (-4,2%) e Attività di tutela ambientale (-14,4%); apprezzabili le variazioni positive delle altre filiere.
In provincia di Grosseto infine, in merito alla filiera delle attività sportive e ricreative, filiera in cui peraltro sono ricompresi 179 stabilimenti balneari, il V.A. stimato risulta circa 31 milioni di euro, con una percentuale di occupati, rispetto a tutti gli occupati della blue economy, pari a 11,7 punti (oltre 3.300 unità lavorative).