Progetti e azioni di rete per lo sviluppo rurale sostenibile del Chianti
Le parole che compongono il titolo di questo articolo, esprimono bene l’essenza del progetto a cui sto lavorando insieme agli altri 6 colleghi sindaci dei comuni aderenti al Distretto Rurale del Chianti.
Inizio dal fondo del titolo stesso, dalla parola sostenibilità.
La sostenibilità è un concetto dinamico dovuto alla relazione fra sistemi e nel nostro caso i sistemi a cui fare riferimento sono quello ecologico e quello antropico; dunque la natura e il livello di intervento dell’uomo su di essa. Noi vogliamo dare questa sostenibilità al nostro territorio e alla sua economia rurale e non, che dovrà tendere verso un miglioramento della qualità della vita.
Non ho scelto a caso questo termine, perché, pur abusato dai media non viene mai spiegato nel suo significato vero. Infatti la definizione di qualità della vita secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si misura su tre parametri: il benessere economico, il benessere psicologico e il livello dello stato di salute raggiunto dalla popolazione. Solo uno sviluppo capace di dare pari dignità a ciascuno di questi 3 aspetti della vita sociale può assicurare ad una comunità un passaggio indolore dal presente al futuro e non attraverso uno stargate che porta istantaneamente da un mondo, ad un altro completamente differente e lontano da quello di partenza.
Come amministrazioni dobbiamo seguire questa traettoria e quindi seguire un approccio olistico allo sviluppo del nostro territorio e mai perturbato da interessi particolari o preminenti che spesso determinano la rottura dell’equilibrio a cui accennavo prima.
Per avere successo in questo percorso non serve imporre a tutti i costi un pensiero unico o pensare di possedere la verità, serve ascoltare ed essere capaci di lavorare insieme per un obiettivo comune che ha come ricaduta noi stessi, che siamo cittadini di questo territorio e ad i cittadini che verranno.
Insieme si costruisce una rete e le amministrazioni sono i nodi della rete, ed ecco un altro termine del titolo; la rete è il progetto a cui abbiamo lavorato in questi 2 anni e poi portato a compimento con la costituzione del “Distretto Rurale del Chianti”. Le idee sono il motore di questo sviluppo e per averne tante e buone dobbiamo essere capaci di costruire relazioni perché nella società di oggi sono il carburante che le alimenta. Se parliamo di idee, dobbiamo coinvolgere maggiormente gli istituti universitari nella ricerca sui prodotti, sul loro sviluppo, sul territorio e sul rapporto uomo territorio, sull’economia che deve guardare sempre di più qualità del lavoro e al patrimonio di conoscenze da divulgare e da tramandare. Un processo che coinvolga piccoli e grandi produttori, artigiani, industriali in modo da creare una base scientifica e culturale solida che andrà a costituire il patrimonio immateriale del nostro territorio creando un minimo comune denominatore del sapere.
Lavorare sulla cultura come offerta a chi percorre le nostre strade e come humus su cui fare crescere le nuove generazioni. Cultura che insieme alle nostre colture ha permesso di trasmettere il sapere e l’identità fra le generazioni. Non dimentichiamo che l’identità non è solo possedere lo stesso DNA, la stessa geografia dei luoghi ma anche appartenere ad una stessa piattaforma culturale.
Dal punto di vista economico dobbiamo creare un indotto, alla maniera francese, fatto di servizi intorno al mondo del vino e dei prodotti agricoli in genere, così da generare ancora posti di lavoro, accorciare la filiera o almeno spuntare prezzi migliori per l’acquisto dei materiali. Sul fronte del turismo, altra importante risorsa del territorio, stiamo per completare il percorso per avere una gestione di ambito del medesimo. È necessario approntare nuove strategie per avere un turismo fatto non solamente di numeri ma anche di qualità, presupposto per non stravolgere gli equilibri del territorio stesso ed allo stesso tempo catturare i contenuti di vario genere che il turista può portare con sé.
Inoltre per avere una gestione armonizzata del territorio dobbiamo sviluppare un pensiero comune e renderlo applicabile attraverso un unico strumento urbanistico. Per questo il comune di Radda e Castellina stanno procedendo allo sviluppo del nuovo Piano Strutturale comune che nell’intenzione dei sindaci dei comuni del distretto costituirà l’embrione del Piano di Distretto.
Termino dicendo che siamo fortunati perché abbiamo un grande “Leader”: il nostro TERRITORIO, noi dobbiamo essere capaci di fare Team Building con lui per affrontare serenamente e con buona prospettiva il futuro che ci attende.