Preservare il valore dei Servizi Ecosistemici delle Foreste
Una recente pubblicazione della FAO[1] riporta una stima del valore economico delle foreste e dei Servizi Ecosistemici da esse offerti (forest ecosystem services o FES) per il benessere del genere umano. Una stima quanto più precisa possibile è critica per sostenere le decisioni politiche relative alla gestione del patrimonio forestale mondiale. Infatti le foreste sono parte essenziale del capitale mondiale di risorse naturali e offrono una gamma di benefici sociali, economici, fisici e mentali, ma il loro stato e la loro estensione è in continuo declino in molte parti del mondo a causa di incendi, prelievo insostenibile di legname, urbanizzazione e conversione dell’uso della terra per fini agricoli. Per effettuare la valutazione del valore economico dei FES, gli autori della pubblicazione FAO si avvalgono dell’Ecosystem Services Valuation Database (ESVD). Ovviamente i valori stimati variano molto a secondo del tipo e di localizzazione geografica di ogni foresta considerata, anche in ragione della quantità e della qualità dei dati disponibili, per cui rimandiamo alla lettura dell’intera opera chi fosse interessato a dati analitici. È comunque interessante notare che il valore di alcuni FES raggiunge in molti casi i 100.000 dollari per ettaro e per anno. I parchi e le foreste urbane restituiscono FES per un valore medio complessivo che supera i 400.000 dollari per ettaro. Preservare e gestire sostenibilmente il patrimonio forestale globale è quindi una priorità per la comunità internazionale anche dal punto di vista economico, oltre che da quello ambientale.
Gli interessantissimi dati riportati dalla FAO offrono un supporto argomentativo al documento “Una nuova organizzazione per le foreste” recentemente presentato dalle associazioni Rinascita Forestale, Associazione Nazionale dei Forestali (ANFOR), Unione Forestali D’Italia (UFDI), Federazione Rinascita Forestale e Ambientale (FeRFA) e Associazione Italiana Polizia Ambientale (AIPA) presso la sede della FIDAF. Il documento infatti parte dalla considerazione che non si attribuisce più solo la duplice funzione protettiva e produttiva, responsabili complessivamente solo del 15% del loro valore, ma sono considerate come “ecosistemi forestali”, come erogatrici in altre parole dei servizi ecosistemici il cui valore è stimato nella pubblicazione della FAO sopra citata. Il documento delle associazioni forestali riconosce come la governance del patrimonio forestale italiano sia molto frammentata tra quattro Ministeri, 21 Regioni e molte altre istituzioni, e teme quindi che non sia idonea a dare attuazione alla politica forestale formulata con il Testo Unico in materia di foreste e di filiere forestali (T.U.F.F., D.Lgs. 3 aprile 2018 n. 34) e alla collegata Strategia Nazionale Forestale. Il documento suggerisce in conclusione l’istituzione di una ”articolata organizzazione forestale” centrale con diramazioni territoriali, che offra in necessario supporto tecnico ai Ministeri competenti e alle altre istituzioni interessate. Il patrimonio forestale italiano, ricco di quasi 12 milioni di ettari, pari a circa il 40% del territorio nazionale, ha sicuramente necessità di essere gestito in maniera unitaria e sostenibile per preservare e incrementare il valore degli importanti servizi ecosistemi che offre.
[1] Brander, L.M., de Groot, R., Schägner, J.P., Guisado-Goñi, V., van ‘t Hoff, V. & Solomonides, S. 2023. The role of forest ecosystem services to support the green recovery – Evidence from the Ecosystem Services Valuation Database. Forestry Working Paper, No. 38. Rome, FAO.