Pomodori più grandi, più polposi e più saporiti grazie alla ricerca
Migliorare geneticamente i pomodori per ottenerne di più grandi, più polposi, più saporiti e in grado di adattarsi all’ambiente; farlo per migliorare la produttività, la qualità, la tolleranza agli stress ambientali e la resistenza ai parassiti: quello che prima sembrava fantascienza ora è realtà.
Proprio questo studio sul pomodoro – condotto su 360 diverse varietà – fra specie selvatiche e non – coordinato da Yongchen Du e Sanwen Huang dell’Accademia delle Scienze cinese e dall’Università della Tuscia è finito su Nature Genetics.
“Sin dall’avvento dell’agricoltura, l’uomo ha modificato geneticamente le specie che ha adottato in coltivazione – spiega il professor Andrea Mazzucato, docente di Biotecnologie a Viterbo presso il dipartimento di Scienze e tecnologie per l’agricoltura, le foreste, la natura e l’energia (Dafne) – prima scegliendo le varianti genetiche che presentavano dei vantaggi poi, con il miglioramento genetico moderno, letteralmente creando nuova variabilità con l’incrocio, la mutagenesi e anche con l’ingegneria genetica”. Alcune mutazioni, anche spontanee, per esempio quelle che hanno a che fare con le dimensioni dei frutti, non sarebbero sopravvissute alla selezione naturale perché non presentano vantaggi adattativi. “Invece l’uomo le ha selezionate e mantenute in vita” ha aggiunto il docente.
Mettere le mani nei geni di piante, modificarli e migliorarli in modo sano per ottenere ciò che è più utile in base alle condizioni climatiche e le esigenze effettive, oggi è possibile. E’ proprio questa una delle grandi sfide e opportunità che le Biotecnologie applicate agli organismi di interesse agrario (piante, animali e microrganismi) pongono nell’immediato futuro.
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