Pomodori olandesi senza i caporali
Ci sono alternative all’agricoltura ad alto sfruttamento di manodopera. L’Olanda, incredibilmente primo esportatore mondiale di pomodori, può raccontare qualcosa anche ai produttori del Mezzogiorno italiano: che la strada vincente non è lo sfruttamento dei braccianti ma l’innovazione tecnologica. Il dato di fatto straordinario è che l’Olanda, Paese grande meno della somma di Lombardia ed Emilia-Romagna e con un clima non particolarmente favorevole, è il secondo esportatore mondiale di cibo per valore, dopo gli Stati Uniti (236 volte più grandi). Circa il 50% del territorio è utilizzato per agricoltura e orticoltura, in genere in serre climatizzate. Una ricerca pubblicata da Frank Viviano su National Geographic ha raccontato com’è possibile che i piccoli Paesi Bassi siano gli esportatori mondiali numero uno (sempre per valore) non solo di pomodori ma anche di patate e cipolle e numero due per i vegetali in genere. E come sia possibile che l’Olanda origini più del 30% delle sementi per vegetali commerciate globalmente. La chiave di questo successo — sostiene la ricerca — è la Wageningen University & Research, probabilmente il centro scientifico più avanzato del mondo nel settore. Attorno a esso è cresciuta una Food Valley, un distretto fatto di fattorie sperimentali e di start-up…
Corriere della Sera – 09 agosto 2018 – pagina 25