Perche’ il grano non e’ come il mais

Perché il grano non è come il mais

Un editoriale di Nature in ricordo di Norman Borlaug spiega che la produttività del grano non è cresciuta quanto quella del mais. Un consorzio di ricerca internazionale vuole colmare il divario

La rivista scientifica inglese “Nature”, forse la più prestigiosa e seguita al mondo assieme a “Science”, ha dedicato un  editoriale sul suo ultimo numero al centenario della nascita di Norman Borlaug, ricordato tra l’altro la settimana scorsa da una conferenza internazionale in Messico (noi ne avevamo parlato qui).

Il ricordo di Borlaug serve a Nature soprattutto per far notare un problema chiave per la sicurezza alimentare futura: il fatto che la produttività del grano (la pianta a cui Borlaug dedicò buona parte della sua carriera di ricerca) non aumenta praticamente più da molti anni, al contrario di quella del mais (un ritardo che Nature definisce “Wheat lag”, per assonanza col jet lag). E questo nonostante il grano sia più centrale, per la sicurezza alimentare, del mais, che serve soprattutto per i mangimi animali. La ragione principale, spiega Nature, è che la stessa biologia del grano crea meccanismi di mercato   molto diversi da quelli del mais.

 “Il grano fornisce alla popolazione mondiale il 20 per cento dell’apporto calorico. Eppure la crescita dei raccolti è rimasta stagnante allo 0,9 per cento all’anno per tutto lo scorso decennio  -al contrario, i raccolti di mais sono cresciuti a un tasso praticamente doppio, circa 1,6 per cento all’anno. Per andare incontro alla futura richiesta di cibo, i ricercatori dicono che i raccolti di grano devono crescere del 1,7 per cento l’anno. Questo obiettivo richiederà investimenti. La spesa totale globale per la ricerca sul grano è di…

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Redazione Fidaf

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