Ottava Conferenza nazionale per l’efficienza energetica – Emissioni e Migrazioni
A. CHE FARE, OVVERO QUALI LINEE DI AZIONE PERSEGUIRE REALISTICAMENTE
Con l’esito delle elezioni in USA, è consistente il rischio che la feroce polemica sulle cause antropogeniche o meno del riscaldamento globale sia destinata a rinfocolarsi e, invece, si permanga nell’inconcludenza riguardo alle azioni da mettere in campo. La COP21 di Parigi è una prova di apprezzabili dichiarazioni volontaristiche, ma di azioni reali se ne sono viste poche e la COP22 di Marrakech non ha certo invertito la tendenza.
Aldilà dei dichiarati successi di una relativamente rapida ratifica in molti Paesi dell’accordo di Parigi, si è assistito a reazioni contraddittorie come:
– dichiarazioni del mondo ambientalista che gli impegni (per la verità non vincolanti) assunti a Parigi sono insufficienti,
– decisioni (sia ordinativi in Cina e in India, sia altalenanti programmi sul carbone in Germania, solo per fare alcuni esempi) difficilmente compatibili con le dichiarazioni di volontà espresse a Parigi.
Obiettivo di questa riflessione è l’individuazione della tipologia di azioni a più elevato livello di performance e, tra queste, quelle che (per le loro caratteristiche di protezione dell’ambiente e di ragionevole gestione delle risorse) sono desiderabili comunque, anche dal punto di vista di chi non ritiene sufficientemente dimostrata la tesi che il riscaldamento del pianeta sia dovuto alle attività umane.
L’uso razionale dell’energia
La linea di intervento più concreta, nella logica sopra delineata, è quella dell’uso razionale dell’energia: ha tutte le caratteristiche di sostenibilità ambientale sociale ed economica; si può dispiegare su tutti fronti del comparto energetico, sia dal punto di vista tecnologico per tutte le fonti, sia dal punto di vista della articolazione in fasi, dalla produzione al consumo, con interessanti prospettive del demand side management, tanto declamate quanto poco perseguite in pratica. Esperienze ne sono state fatte…