Nuovi orientamenti nella lotta alla Flavescenza dorata della vite
L’improvviso incremento di virulenza è stato attribuito principalmente alla comparsa di nuovi isolati del fitoplasma agente della malattia (FD-C e –D, in particolare) dotati di maggiore potenziale di diffusione e patogenicità verso l’ospite. Il piano di lotta contro FD, stabilito con Decreto Ministeriale del 31 maggio 2000 e tuttora vigente, è fondato sostanzialmente sull’eradicazione delle piante infette e su trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore (la cicalina Scaphoideus titanus) programmati in funzione del rischio di infezione. In pochi anni tali interventi hanno sortito risultati soddisfacenti nel Triveneto ma non nelle regioni nord-occidentali della Valle Padana, particolarmente nel Piemonte, che è tuttora la regione colpita più gravemente, soprattutto nella provincia di Asti e in qualche area del Cuneese. L’insuccesso della lotta in queste località è dovuto a vari fattori, tra i quali predominano il drammatico spopolamento delle campagne, l’estrema frammentazione del terreno coltivabile e l’ abbandono di molti vigneti, anche di modesta estensione, che divengono centri di moltiplicazione di FD e dell’insetto vettore in seguito al proliferare incontrollato delle viti portainnesto originarie.