Nuova riforma dell’ENEA. Che sia la volta buona?
Un emendamento sul riordino dell’ENEA (emendamento 3.0.500, in allegato) è stato presentato in Senato, nelle scorse settimane, dal relatore del collegato ambientale (A.S. 1676). In proposito pubblichiamo il commento di Fabio Pistella che è stato a lungo direttore generale dell’Enea.
Il testo di riforma dell’ENEA presentato dal relatore del collegato ambientale in Aula al Senato è da valutare positivamente per una serie di motivi.
Sul piano della tecnica parlamentare, dato il rischio di intasamento del Parlamento in stagione di legge di stabilità, sarebbe positiva la scelta di aggiungere un articolo al collegato ambiente, uno dei pochi testi che hanno possibilità di procedere tempestivamente nell’iter di approvazione.
Quanto alla tecnica legislativa, il testo predisposto è sintetico: fissa i principi e rimanda a statuto e regolamento per le specificazioni. E’ condivisibile la formulazione del mandato “finalizzato alla ricerca e all’innovazione tecnologica, nonché alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile”. Importante la menziona esplicita dell’autonomia attribuita all’Ente.
Sul piano dell’assetto di vertice, la scelta di tre componenti il CdA compreso il Presidente garantisce collegialità ed evita complesse mediazioni fonte di dispersione. Lo stesso principio di snellezza deve essere mantenuto nei rapporti con i Ministeri: in passato la cosiddetta co-vigilanza dei tre Ministeri Sviluppo Economico, Università e Ricerca generava incertezza strategica e sterili polemiche tra Ministeri. Peraltro vigilanza è termine orribile, ricorda la libertà vigilata; il ruolo del Governo dovrebbe essere quello di indirizzo programmatico, committenza di attività, valutazione dei risultati…