Nobel per la chimica e investimenti in ricerca pubblica nel Piano di Ripresa e Resilienza

Nobel per la chimica e investimenti in ricerca pubblica nel Piano di Ripresa e Resilienza

Vi segnalo un articolo del Corriere della Sera a doppia firma con il collega Mario Monti, in cui ribadiamo il ruolo strategico che un importante incremento degli investimenti in ricerca pubblica, a partire dal coinvolgimento diretto dei giovani talenti del nostro Paese, avrebbe nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in cui l’Italia è chiamata a indicare le linee d’intervento, da finanziare con le risorse del programma europeo Next Generation EU. L’articolo si inserisce nel dibattito iniziato con l’appello lanciato dal professor Ugo Amaldi e altri autorevoli studiosi italiani, in merito alla necessità di un aumento sostanziale della quota di PIL dedicato alla ricerca nel nostro Paese.

A sottolineare come in Italia sia necessaria costante attenzione pubblica alle ragioni della  scienza, non solo nell’ambito delle risorse da destinarvi ma anche nel dibattito politico, con l’occasione si segnala anche una lettera di studiosi e ricercatori di diverse università italiane, pubblicata oggi sul Foglio e condivisa dal Patto Trasversale per la Scienza e da Research4life, in merito alla decisione che il Consiglio di Stato dovrà prendere, partendo dall’udienza di oggi, sul progetto italiano LightUp, vincitore di un ERC Consolidator grant. Lo studio, le cui attività sono state pienamente autorizzate nel loro valore scientifico e rigore etico da tutte le istituzioni scientifiche nazionali e internazionali preposte, è infatti finito nel “mirino” delle associazioni animaliste perché prevede una fase di sperimentazione su macachi.

La scoperta della tecnologia CRISPR-Cas9 che è valsa il premio Nobel a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna ha prodotto un’esultanza generale. Quell’entusiasmo resterà, tuttavia, solo retorica se nel nostro Paese la libertà di ricerca continuerà ad essere ostacolata dalla scarsità e discontinuità dei fondi destinati al settore – aggravate da episodiche scelte di accentramento non competitivo –  e da norme, restando all’ambito della sperimentazione animale, che introducono, solo per l’Italia, divieti inutili e dannosi tanto da essere oggetto dell’apertura di una procedura di infrazione a livello europeo.

A chi ogni giorno vive con e per la scienza dentro e fuori dei laboratori di ricerca spetta lavorare per mettere in luce queste contraddizioni, in piena responsabilità e coerenza, in modo da giungere a un cambio di paradigma.

buonapagina-Elena-Cattaneo

Redazione Fidaf

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