NanoPE: il tessuto anticaldo
In un’epoca di riscaldamento globale e di lotta alle emissioni un tessuto del genere potrebbe contribuire a ridurre il consumo energetico.
RICERCA – Vestirsi per tenersi al fresco, sembra decisamente un controsenso. Idea che, però, potrebbe essere sovvertita grazie a un tessuto studiato alla Stanford University capace di riflettere la luce del sole e di disperdere il calore corporeo. Non sarà un addio alla sensazione di caldo, ma la scoperta, presentata sulla rivista Science, potrebbe rivelarsi se non altro un valido sollievo nella calura estiva.
I vestiti sono stati pensati da sempre con lo scopo principale di coprirsi o di tenere caldi. L’effetto contrario, quello di rinfrescare, invece rappresenta una sfida difficile. I copricapi e le tuniche dei popoli che vivono nelle zone più calde del pianeta spesso sono pensati proprio con questo scopo, ma con risultati decisamente limitati. Il problema è che alla temperatura di 34 °C il nostro corpo emette principalmente nella lunghezza d’onda dei medi-infrarossi. Questa radiazione trasporta il calore e permette all’energia termica del nostro corpo di disperdersi.
I vestiti opachi alla luce visibile sono però opachi anche a questa radiazione, bloccandola e non permettendole di diffondersi nell’ambiente. Se questo effetto è sicuramente desiderato in una fredda notte d’inverno di sicuro non lo è in un caldo giorno estivo di afa. La soluzione al problema è ovviamente un materiale che sia opaco alla luce visibile, ma trasparente negli infrarossi, concetto semplice a parole, ma finora inattuabile dal punto di vista tecnico.
Tuttavia le nanotecnologie, ovvero la possibilità di manipolare la materia a livello molecolare o atomico, nel corso degli ultimi anni ci hanno permesso di progettare e produrre materiali dalle caratteristiche desiderate sempre più evoluti, l’arma perfetta per la sfida di un tessuto rinfrescante…