Mitigazione del cambiamento climatico: essenziale l’uso sostenibile della risorsa suolo

Mitigazione del cambiamento climatico: essenziale l’uso sostenibile della risorsa suolo

La dichiarazione finale della conferenza internazionale “Forest and tree restoration”, organizzata a Roma l’11 e 12 ottobre dalla Accademia dei Lincei con la collaborazione della FIDAF, delle altre accademie scientifiche italiane e della FAO, ribadisce con forza l’impellenza di agire per mitigare il cambiamento climatico e indica nel ripristino degli ecosistemi, con particolare riguardo alle foreste, l’azione da intraprendere con maggiore urgenza. In particolare, la dichiarazione finale ribadisce la raccomandazione di fermare la deforestazione. Gli stessi concetti erano stati enunciati dal Joint Environment and Climate Ministers’ Meeting del G20 tenutosi a Bali il 31 agosto scorso (vedi il G20 Chair’s Summary).

Il World Economic Forum (WEF), elencando i 10 fatti chiave del cambiamento climatico, ricorda che l’espansione dell’area agricola è una delle maggiori cause della deforestazione che ha determinato l’accelerazione del cambiamento climatico. Per soddisfare la domanda di alimenti della popolazione in crescita – aggiunge il WEF -, l’agricoltura deve focalizzarsi sulla sicurezza alimentare e sulle misure come la conservazione del suolo per aumentare sostenibilmente le rese produttive delle coltivazioni. Ci sembra che questo aspetto rivesta una grandissima importanza. Difatti, la produzione agricola è difficilmente comprimibile perché deve soddisfare una domanda di alimenti in costante aumento. Si può certamente – anzi si deve – intervenire per diminuire il fenomeno delle perdite e degli sprechi alimentari, che interessa oggi quasi un terzo della produzione di cibo, ma il risparmio che se ne potrebbe ricavare non colmerebbe la crescita della domanda proveniente da una popolazione mondiale in crescita e sempre più urbanizzata. Si può anche – e si deve – operare per rendere sempre più consapevoli i consumi alimentari, orientandoli verso i prodotti ottenuti mediante pratiche maggiormente sostenibili. Interventi doverosi per motivazioni di natura etica, economica, sociale ed ambientale, ma comunque non sufficienti a ridurre significativamente le necessità alimentari globali.

Per fermare la deforestazione, bisogna innanzitutto bloccare l’espansione dell’area agricola: come ci ricorda il WEF, l’uso sostenibile della risorsa suolo è infatti essenziale per raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico. Produrre più alimenti, quindi, senza aumentare l’uso della risorsa suolo, significa intensificare la produzione agricola, aumentandone la produttività, ossia ottenere più alimenti per unità di superficie. L’intensificazione deve però essere al contempo sostenibile, adottando tecniche di conservazione della fertilità del suolo e della biodiversità, di gestione integrata dei patogeni e dei parassiti, di uso efficiente di tutti i mezzi di produzione, primo fra tutti l’acqua, per esempio mediante applicazione delle pratiche di agricoltura di precisione. Occorre quindi per prima cosa intensificare la quantità di conoscenza utilizzata a livello di coltivazione, di azienda, di territorio, sotto forma di ricerca, di innovazione, di consulenza tecnica, di formazione, di istruzione. La Politica Agricola Comune (PAC) non sempre sembra perseguire questi obiettivi, mentre sembra invece volta ad estensificare la produzione agricola, diminuendone la produttività e la produzione, incoraggiando il ricorso alle importazioni per soddisfare la domanda interna. Anche se importare più derrate alimentari può significare incoraggiare la distruzione di foreste e di aree naturali nei paesi esportatori.

Redazione Fidaf

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