Micotossine nel mais

Nel corso del 2014 sono pervenute numerose segnalazioni di contaminazioni del mais, granella, pastone e insilato, con deossinivalenolo, altrimenti detto DON o vomitossina. Le analisi effettuate sui campioni di mais hanno evidenziato spesso valori elevati, variabili da 1.500 a 3.000 ppb, talvolta anche superiori. Questi valori risultano decisamente superiori rispetto a quelli registrati negli anni precedenti, quando la quantità di DON non superava generalmente 1.000 ppb. Questi risultati possono essere spiegati con l’andamento stagionale della primavera del 2014, caratterizzato da piogge abbondanti e temperature piuttosto basse.
Il DON appartiene al gruppo dei tricoteceni, metaboliti prodotti da miceti appartenenti al genere Fusarium (F. graminearum, F. culmorum, ecc.), che si sviluppano in condizioni di freddo ed elevata umidità; al contrario i miceti appartenenti alla specie Aspergillus si sviluppano soprattutto quando sussistono condizioni di siccità e presenza di infestazioni delle piante da parte di parassiti. Il micelio dei Fusarium si presenta con una struttura cotonosa e fioccosa e ha un colore bianco, rosa/rosso, marrone, mentre Aspergillus presenta una struttura granulosa, rasata, fioccosa, che assomiglia a quella di un aspersorio, da cui il nome, e un colore variabile da giallo a giallo/verde. Oltre al DON, i tricoteceni producono altre tossine quali le tossine HT-2 e T-2, mentre al genere Fusarium appartengono altre tossine come la zearalenone e le fumonisine.
La presenza negli alimenti di concentrazioni elevate di DON ha creato talvolta confusione e allarmismi circa eventuali limiti stabiliti dalle normative vigenti e gli effetti sulla salute delle bovine da latte. Per quanto concerne la normativa sulla contaminazione da tossine negli alimenti per gli animali, l’unica micotossina per cui esistono limiti legislativi è l’aflatossina B1 a causa della riconosciuta cancerogenicità per l’uomo del suo metabolita M1 che si ritrova nel latte…

Vedi articolo

Castello, Vito D'Ancona
Castello, Vito D’Ancona

Redazione Fidaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *