Sono lieto di ricredermi, se è vero quanto riferisce la Repubblica di oggi domenica 18 ottobre riprendendo indiscrezioni pubblicata da Al-Araby Al-Jadeed (The New Arab) secondo il quale “Alcuni leader mondiali si sono rifiutati di incontrare il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi durante il G20 in Cina a causa dell’incidente. A margine del vertice la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto a Sisi di rivelare il prima possibile l’identità dei killer di Regeni e che il ripristino delle normali relazioni tra Egitto ed Europa non sarà possibile finché i suoi assassini non saranno perseguiti“.
Non mi illudo che questo porti a rivelare la verità, ma almeno gli Egiziani ammettano le loro responsabilità e forniscano una versione che non sia auto assolutoria e palesemente incredibile. Al momento si profila la possibilità come riferisce la stessa fonte che si indichi un capro espiatorio scelto più o meno realisticamente.
Il mio post era dedicato all’esame delle responsabilità dell’ateneo di Cambridge – con il quale Giulio Regeni collaborava – e in particolare della sua docente di riferimento. Le considerazioni si sono estese ad altri aspetti della vicenda, a seguito di commenti e contributi vari. Sarebbe stato sbagliato da parte mia non richiamare l’attenzione su questo importante fatto nuovo.