Mezzogiorno: la situazione economica e sociale penalizza soprattutto i giovani
Il Mezzogiorno, secondo affidabili informazioni, registra una crescita del suo PIL – seppure modesta – nonostante il persistente pessimismo della maggioranza di coloro che vi risiedono.
Un recente Rapporto SVIMEZ – pienamente motivato – afferma testualmente che il “Mezzogiorno è uscito dalla lunga recessione e nel 2016 ha consolidato la ripresa, registrando una performance per il secondo anno superiore, se pur di poco, al resto del Paese”.
La riprova è costituita dalla crescita del 7% in un biennio, ossia più del doppio del PIL nazionale ; nonché dall’aumento delle esportazioni, nonostante le difficoltà di uno dei settori più importanti – l’agricoltura – con i prezzi dei prodotti “calati più di quanto non si siano ridotti i costi dei fattori produttivi”.
Il recupero di competitività registrato potrà trarre ulteriore sostegno dalle recenti agevolazioni riservate agli imprenditori del suddetto settore operanti nel Mezzogiorno, in particolare per le assunzioni mediante contratti a tutele crescenti, per i lavoratori di età inferiore a 35 anni e per i disoccupati da almeno 6 mesi.
Per realizzare risultati sempre più soddisfacenti, bisogna anche contrastare la tesi di coloro che ritengono la criminalità la principale causa della attuale situazione e propongono, con sospetta insistenza, interessate terapie per combatterla : bloccare qualsiasi contributo fino a quando non sarà ristabilita una adeguata “normalizzazione” della legalità.
Si sostiene, con argomenti che fanno facilmente presa su troppi investitori, che finanziamenti pubblici e sostegni al Sud si traducono in incentivi per le varie specie di mafia. Senza appalti – ecco, in estrema sintesi, il loro convincimento – non possono esserci sub- appalti truccati ; senza investimenti per nuove iniziative non vi sono “mazzette”.
La semplicistica ricetta di tanti “saggi” – ripeto : spesso non disinteressati – riscuote, purtroppo, diffuso consenso, ma ignora che le mafie ormai sono presenti anche al Nord, ove hanno trasferito molte loro cabine di regia, attratte dalle diffuse opportunità di soddisfare la loro vocazione alla ricchezza.
Il Mezzogiorno ha bisogno di interventi speciali – anche nei settori delle reti stradali e ferroviarie – per favorire la realizzazione di iniziative raccordate alla economia reale delle regioni interessate.
Bisogna sostenere soprattutto la crescita del turismo e dell’industria agro-alimentare, offrendo possibilità per la lavorazione e la trasformazione – in loco – di tanti prodotti oggi sfruttati in altre aree.
Si realizzerebbero anche le condizioni per ridurre gli spazi e togliere ossigeno alla criminalità, favorendo la possibilità di trarre i giovani fuori dai ghetti nei quali vivono, per carenza di cultura e di lavoro.
Gli interventi speciali della Cassa per il Mezzogiorno produssero effetti a macchia di leopardo e generarono non poche “cattedrali nel deserto”, perché non raccordate alle economie delle aree interessate.
Bisogna favorire le iniziative di Enti e Organizzazioni che sostengono le imprese agricole e realizzano accordi di filiera, dalla terra al consumatore. Bisogna creare opportunità nuove. Le annuali “finanziarie” debbono prevedere incentivi più adeguati soprattutto per lo sviluppo occupazionale ; il CIPE – Comitato interministeriale per la programmazione economica – deve poter disporre dei fondi necessari per gli indispensabili investimenti ; Sviluppo Italia deve realizzare programmi con opportunità specifiche per le aree interessate.
Un adeguato recupero del Sud postula strategie e programmi non ordinari – a medio e a lungo termine – poiché i problemi da risolvere non sono legati soltanto a contingenze, ma anche – anzi : soprattutto – a complesse situazioni strutturali.
Bisogna favorire, in estrema sintesi, le condizioni per spezzare il circolo vizioso che attanaglia il Mezzogiorno. Il futuro non si aspetta ; ma non è sufficiente dichiararsi insoddisfatti. E’ necessario avere idee e coraggio, per cambiare.
Tutti – nessuno escluso, indipendentemente dalla residenza – dobbiamo essere consapevoli che sia la crescita, sia il degrado delle regioni meridionali hanno inevitabili conseguenze per l’intero Paese.