Il comico Angelo Duro a Sanremo insulta i “contadini” e in particolare i contadini laureati
Sono un perito agrario, mio padre, pastore (allevatore) da bambino di 13 anni, lui mi ha trasmesso la passione e l’amore per la mia terra, le tradizioni, per il cibo, per la campagna diciamo cosi. Dopo il diploma per oltre sei anni ho lavorato a Telespazio dove mi occupavo di fotointerpretazione di immagini satellitari a scopi agroforestali. Un bellissimo lavoro, in quel periodo ben remunerato, ma l’attaccamento alle mie radici è stato talmente forte che ho abbandonato il lavoro sicuro per rientrare in Sardegna. Qui a parte la libera professione ho rilevato l’azienda di mio padre, innovando, diversificando. Oggi ho un’azienda agricola, dove vivo con la mia famiglia, multifunzionale, ossia anche l’agriturismo, la fattoria didattica e sociale. Una multifunzionalità che, oltre a darci un reddito integrativo, mi consente di fare ciò che più mi piace: trasmettere ai bambini, ai giovani e ai nostri ospiti, l’amore per la terra, il mangiare sano, la vita in campagna e la conoscenza di questo mestiere, tra tradizione e innovazione.
Contemporaneamente in questi ultimi anni mi sono occupato di cooperazione, filiere, distretti rurali in tutto il territorio regionale, sono presidente del Distretto Rurale Ogliastra, quel pezzo di Sardegna indicato tra le 5 blue zones del pianeta.
Partendo dall’Ogliastra abbiamo costruito un progetto di filiera con oltre 190 imprese agricole per abbattere quelle criticità che rallentano lo sviluppo delle stesse imprese ma soprattutto dimostrare che anche in queste aree marginali si può e si deve proseguire il lavoro del contadino e del pastore (allevatore) perché oggi più che mai rappresenta il vero custode del buon cibo, del territorio, delle tradizioni, della qualità della vita.
Questi progetti servono soprattutto a facilitare l’innovazione, la promozione, e la commercializzazione condivisa, che altrimenti singolarmente non attuerebbero. Ma servono soprattutto ad incentivare la rigenerazione con le giovani leve e quindi arrestare quello spopolamento delle nostre piccole comunità rurali, con tutto ciò che ne consegue, ma soprattutto la scomparsa di tutte quelle eccellenze agroalimentari.
Quando mercoledì sera sul palco di Sanremo, un programma visto da milioni di italiani, su una tv di stato, si è esibito il comico Angelo Duro, che io non conoscevo e nella sua comicità, che non è quella che mi appassiona, si è permesso di insultare i “contadini” e in particolare i contadini laureati, perché, secondo lui, avrebbero “fallito due volte”, come se lavorare la terra fosse un’attività riservata a gente ignorante, non ci ho visto più.
Forse non sa che l’agricoltura rimane uno dei settori trainanti dell’economia italiana, dalla quale vivono e lavorano milioni di persone.
Forse non sa che la qualità del cibo italiano, la nostra dieta mediterranea è invidiata in tutto il mondo e direttamente valorizza il nostro patrimonio paesaggistico, storico, culturale, artistico.
Forse non sa che, oggi più che mai, tanti giovani si diplomano e si laureano per apportare professionalità e competenze nelle aziende agricole, queste scelte quindi vanno sostenute non prese in giro.
Io per primo ho figlio che quest’anno si diploma all’agrario, è tra i più bravi, invece di proseguire gli studi, ha deciso di fare il contadino, e non per questo è un perdente e noi ne siamo orgogliosi.
Spero che ai livelli istituzionali più alti, in primis il nostro Ministro all’Agricoltura e Sovranità Alimentare e Forestale, che bene sta facendo a difendere il nostro Made in Italy e le nostre specificità, si utilizzino le risorse del PNRR, non solo per quelle opere che sicuramente importanti, ma che, oltre alla difficoltà di realizzazione, non hanno effetti occupazionali duraturi, per un grande piano di investimenti e di sostegno del mondo agricolo, quello radicato nel territorio nazionale e che da lavoro a migliaia di persone, quelle persone custodi di quei territori e eccellenze alimentari che altrimenti, tra qualche anno, non ci saranno più.