McDonald’s e olimpiadi brasiliane
Il Washington Post riferisce che i ristoranti a disposizione degli atleti partecipanti alle olimpiadi di Rio, non sono stati di grande qualità e che per mangiare in modo accettabile hanno preferito rivolgersi a quelli della catena McDonald’s. L’affluenza sembra essere stata talmente elevata che i gestori della catena sono stati costretti a “razionare” la distribuzione dei panini limitandoli a un numero di 20 a persona. Il fenomeno si presta ad alcune considerazioni.
Quello che da molti è considerato il prototipo del “cibo spazzatura” sembra essere, almeno in Brasile durante le olimpiadi, di gran lunga superiore di alimenti elaborati in cucina.
Forse bisognerebbe cominciare a riconsiderare gli alimenti “standardizzati”. Oltre alle “polpette”, ci sono molti alimenti precotti, le merendine, i biscotti, i cereali per la prima colazione, e tanti altri prodotti che ormai fanno parte della nostra alimentazione. Nella maggior parte dei casi, essi sono il frutto di importanti attività di ricerca industriale finalizzate all’ottenimento di alimenti graditi ai consumatori e rispondenti a ottimi requisiti qualitativi e di sicurezza alimentare.
Il principale problema di questi alimenti è che hanno un valore calorico molto elevato. In 100 grammi di biscotti o di una merendina ci sono oltre 400 kcal. In un panino della McDonald’s le calorie possono arrivare anche a 1000.
Quindi non è problema di qualità, ma di quantità. Mangiandone in eccesso non si dovrebbe parlare di cibo spazzatura, ma di abitudine alimentare spazzatura. Dovremmo quindi riuscire a resistere alle lusinghe della pubblicità che ci invita a consumi sfrenati ed anche fuori luogo…