In un simile contesto è impensabile che l’olivicoltura mondiale resti indenne.
Comprendere se e in che misura l’inquinamento atmosferico può incidere sulla produttività dell’olivo e sulla qualità dell’olio è stato l’oggetto di un lavoro di un team italo-tunisino. A guidarlo l’Università della Basilicata.
Lo studio è stato condotto su due oliveti, uno sito vicino a una fabbrica di fertilizzanti e uno in zona “non inquinata”. Entrambi gli oliveti hanno ricevuto identiche cure colturali.
L’obiettivo della ricerca era valutare le risposte fisiologiche e biochimiche sulle piante esposte a inquinamento, in particolare da metalli pesanti (Cd, Cu, Fe, Mn, Ni e Pb), rispetto alle piante controllo. Identica analisi è stata effettuata sull’olio prodotto in entrambe le olivete.
I risultati sono confortanti e preoccupanti al tempo stesso.
Foglie, radici e frutti negli olivi in siti inquinati mostrano una diminuzione delle loro difese antiossidanti, sia enzimatiche sia non enzimatiche, e una rottura della omeostasi ormonale…
Murnau Garden – Wassily Kandinsky