Le scelte dei risparmiatori

Le scelte dei risparmiatori

Le forme di impiego del reddito sottratto ai consumi costituiranno sempre più indicatori fidati del livello socio-economico dei risparmiatori. E le difficoltà che stanno vivendo alcune banche si ripercuotono, inevitabilmente, sulle loro scelte.

Saranno sempre più perplessi, in particolare, i risparmiatori di livello socio-economico non elevato, per la loro inadeguata conoscenza di benefici, rischi e costi dei prodotti finanziari loro offerti.

Le economie che accumulano i privati hanno – di norma – la funzione di garantire loro un futuro più sereno o, spesso, di realizzare una spesa differita. Ed è ormai acquisita la consapevolezza che i risparmiatori più evoluti “parcheggiano” le loro disponibilità in forme idonee a realizzare un adeguato equilibrio tra sicurezza e rendimento.

Purtroppo, in pratica, spesso utilizzano gli impieghi più rischiosi le persone a basso reddito, i cui risparmi sono i più “sudati”.

A parte i comportamenti condizionati dalla inadeguata conoscenza delle reali opportunità e dei rischi specifici delle singole modalità di investimento dei propri risparmi, le finalità normalmente perseguite dalla maggioranza dei clienti delle banche attengono a necessità riferite soprattutto a esigenze di sicurezza per il futuro; all’acquisto di abitazioni o alla sostituzione di quelle possedute con altre più confortevoli, anche quale fattore di status symbol; al trasferimento di ricchezza extra-economica ai figli, mediante istruzione superiore e specializzazioni post-laurea; all’acquisto di beni durevoli.

Banche e Borsa hanno costituito, di norma, le fonti più utilizzate per un significativo investimento dei risparmi, dei loro redditi sottratti ai consumi. Un importo totale davvero cospicuo; il più alto rispetto a quello degli altri paesi dell’Europa.

Da tempo, però, purtroppo, la situazione è in fibrillazione, sia per le vicende di alcune banche, oggetto di cronache per loro non lusinghiere, sia – anzi: soprattutto – per l’effetto “immagine” che la Borsa produce sulla maggioranza dei risparmiatori, i quali non possono conoscere tutti i retroscena dei suoi frequenti “ruzzoloni”.

Continueranno gli italiani ad andare più in banca che in chiesa?  Il loro comportamento sarà sempre più influenzato dalle iniziative che il sistema bancario va realizzando, finalizzate sia a fare chiarezza – anche con riferimento al recepimento delle nuove regole comunitarie e nazionali – sia alla “pulizia” al loro interno.

Non saranno i corposi questionari – sottoscritti da clienti che privilegiano, spesso, la stima in chi li illustra, rispetto alla difficile valutazione del loro contenuto – che risolveranno il problema del pieno recupero della loro fiducia. Sarà, invece, sempre più l’informazione diretta, ossia il contatto personale con operatori qualificati, connotato da concretezza e semplicità, a convincerli a continuare ad affidare alle banche i propri risparmi.

Occorrono prodotti non sofisticati, che privilegino i bisogni – soprattutto di sicurezza – dei risparmiatori, per aiutarli a non pagare le conseguenze delle turbolenze internazionali, nonché quelle delle crisi politiche e delle perduranti difficoltà dell’economia.

The Artist's Garden at Vétheuil - Claude Monet
The Artist’s Garden at Vétheuil – Claude Monet

Redazione Fidaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *