Le piante della bellezza per l’industria cosmetica
- Introduzione
L’uomo anche nella preistoria ha sempre utilizzato le piante non solo per l’alimentazione ma anche per la cura del corpo e per le funzioni religiose. Nell’antico Egitto Bes era il dio dell’arte cosmetica, Toth quello delle formulazioni cosmetiche e del profumo, Nefertem supervisionava gli odori divini, mentre Iside era la dea della bellezza. La lunghissima e fertile valle del Nilo di 6.000 km, era ricchissima di piante e fiori che duravano tutto l’anno, crescevano rigogliosi grazie alla forte insolazione e al terreno reso fertile dalle inondazioni dal limo e privo di sostanze nocive. L’uso dei cosmetici da parte dell’universo femminile non era solo appannaggio delle sacerdotesse o delle ancelle del Faraone, ma anche delle classi agiate. L’igiene e la cura della persona era gradita agli dei che ripagavano con favori , benessere e salute.
I sacerdoti erano incaricati di creare formule cosmetiche che venivano distribuite in un mercato sviluppato in tre principali settori: quello religioso, quello sociale e quello delle mummificazioni (1).
Dopo 6.000 anni di storia la cosmesi non è cambiata di molto, le piante sono, più o meno, quelle degli egizi. E’ cambiato l’approccio produttivo che è diventato industriale e sono enormemente cresciute le conoscenze sulla chimica dei principi cosmetici e sugli effetti benefici delle creme di bellezza. E’ cambiato il contesto socio economico fra l’epoca dei Faraoni, con circa 1 milione di abitanti e quella di oggi con circa 10 milioni, quindi il territorio della valle è più antropizzato e l’ambiente è stato compromesso.
L’ulivo è stata una delle prime piante utilizzate per la cosmesi, infatti l’olio di oliva serviva per le funzioni religiosi le gare sportive e per la cura della pelle e dei capelli. All’inizio l’olio d’oliva era usato per produrre oli profumati. Successivamente, i Greci iniziarono ad usarlo anche per il cibo, per scopi farmaceutici e cosmetici. Le donne lo usavano come detergente per la pelle, lubrificante personale e idratante dopo il bagno. Gli uomini greci si ungono il corpo prima di fare esercizio o di andare in battaglia. Erbe, fiori, ortaggi e frutta, come rose, anemoni, gelsi, fiori di loto, calendule, lavanda, camomilla, pigmenti naturali, radici di piante, vino rosso e mastice erano prodotti utilizzati per preparazioni cosmetiche e trattamenti di bellezza. I coloranti vegetali rossi come la barbabietola sostituivano il rossetto odierno. I deodoranti venivano preparati con scorze di carruba o farina di avena mescolata a resine profumate, un composto colloso che veniva spalmato sotto le ascelle e in tutte le parti del corpo che tendono a sudare.
In questa relazione si cerca di approfondire alcune fasi dei processi industriali poco conosciuti, in particolare quelle di estrazione, purificazione e concentrazione dei principi vegetali attivi di interesse cosmetico.
2. I principi attivi vegetali per l’industria cosmetica
Il termine principio attivo indica una sostanza che assolve a funzioni biologiche/chimiche/fisiche, includendo tutte le sostanze che esplicano attività, con effetto terapeutico (farmaci), benefico (vitamine, probiotici) o tossico (veleni), idratante (cosmetici), psicoattivo (droghe) ecc….
I principi attivi possono essere sintetici – è il caso della maggior parte dei farmaci -, semisintetici, come per esempio l’aspirina (acido acetilsalicilico), o di derivazione naturale, per esempio alcaloidi ed estratti da piante usate nella medicina tradizionale o in fitoterapia. Tra queste ultime molecole è importante ricordare la morfina, la nicotina, i terpeni (fra cui il carotene), i glicosidi, come la digossina e molti altri. I principi attivi delle piante possono essere estratti dal fito-complesso che indica l’insieme delle molecole direttamente estratte dalla fonte. L’azione terapica esercitata dalla fonte vegetale, che è la stessa di quella del singolo principio attivo, è data dalla somma degli effetti del principio attivo con quelli del fito-complesso. La somministrazione della fonte naturale può determinare minori controindicazioni rispetto all’uso del principio attivo isolato chimicamente; questo perché il fito–complesso ha un’azione sinergica al principio attivo e contribuisce a modularne l’azione. Il ricorso al prodotto naturale in ogni sua manifestazione e contesto applicativo si fa sentire con sempre maggiore intensità dalla comparsa delle cosiddette malattie iatrogene, cioè di quelle determinate dall’uso prolungato e inadeguato di farmaci. L’industria cosmetica mondiale, oltre a quella degli integratori alimentari, utilizza ampiamente tutte le piante ricche di principi attivi. La nostra industria cosmetica occupa una posizione di rilievo a livello internazionale, in particolare in Europa, come si vede dalla tabella 1 che riporta i fatturati mondiali del comparto…