L’alienazione dei ‘luoghi strampelliani’
Expo 2015 è stato dedicato alla tematica “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), in collaborazione con l’Archivio di Stato di Rieti, ha contribuito a sviluppare questo tema allestendo in un’ala del castello visconteo di Sant’Angelo Lodigiano, che fa parte del circuito di Expo, una mostra permanente dedicata a Nazareno Strampelli, il “mago del grano”. Il dottore agronomo Strampelli è stato l’artefice della prima “rivoluzione verde” e dal 1925 fino alla morte, sopravvenuta nel gennaio del 1942, fu a capo della “Battaglia del grano”, un programma politico-economico finalizzato ad aumentare la produzione nazionale di frumento (grano tenero e grano duro) e ridurne le massicce importazioni dall’estero. Attraverso l’incrocio tra piante recuperate in Asia, Nord Europa e Africa settentrionale, Strampelli realizzò alcune decine di nuove varietà di grano tenero e grano duro, alcune delle quali come ‘Carlotta Strampelli’, ‘Mentana’, ‘Ardito’, ‘Villa Glori’, ‘San Pastore’ ‘Virgilio’, Vittorio Veneto’ e ‘Senatore Cappelli’ furono tanto innovative da raddoppiare la produzione per ettaro. Nel 1931 il deficit della bilancia commerciale si ridusse di 5 miliardi di lire dell’epoca (equivalenti a circa 4,7 miliardi di euro) e la produzione di frumento (8,1 milioni di tonnellate) riuscì a soddisfare quasi totalmente il fabbisogno nazionale, registrando il primato mondiale di resa (1,61 tonnellate per ettaro), quasi il doppio di quella USA. Strampelli mise a disposizione di molti paesi le sue nuove varietà di grano e queste furono coltivate e anche usate come genitori di nuove varietà locali. Per esempio, in Russia Andrei Sapegin usò le varietà di Strampelli per creare ‘Odessa 3’, coltivata su 7 milioni di ettari, mentre Pavel Lukyanenko usò ‘Ardito’ per creare ‘Bezostaya 1’, capostipite di oltre 200 varietà russe di grani teneri e duri, tuttora coltivate. ‘Ardito’, ‘Virgilio’, ‘San Pastore’ e altre varietà di Strampelli sono state estesamente coltivate nel Sichuan e nella provincia di Gansu in Cina. Tra le varietà attualmente seminate nella Repubblica Popolare Cinese, 189 derivano direttamente dai frumenti di Strampelli. In Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Romania ed ex-Jugoslavia nel ventennio 1960-1980 le varietà di frumento più coltivate derivavano da ‘San Pastore’. Strampelli inviò in Australia ‘Ardito’ e altre 104 varietà tra cui ‘Mentana’, dal quale derivò ‘Gamenya’, coltivato in quel paese per 35 anni. In Argentina e Uruguay sono state introdotte varietà a bassa taglia e precoci derivate da ‘Ardito’ o ‘Mentana’. Negli anni 30 in Portogallo le varietà ‘Mentana’, ‘Ardito’, ‘Carlotta Strampelli’ e ‘Vittorio Veneto’ erano tra le più coltivate nei distretti di Evora e Portalegre. Insomma, la scelta del CRA a favore di Nazareno Strampelli come rappresentante nazionale del ‘leitmotiv’ di Expo 2015 non poteva essere più appropriata.
Ma allora perché lo scorso febbraio, come ci informa Norberto Pogna che denuncia l’operato del CRA e come si evince da un documento disponibile nel sito web dell’ente, il CRA ha deciso di alienare l’edificio fatto costruire nel 1930 in via Cassia 176 a Roma come sede del prestigioso Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, luogo dove Nazareno Strampelli guidò la “Battaglia del grano”? L’edificio di via Cassia conserva numerosi cimeli dell’epoca, ha una splendida biblioteca e un ‘teatro’ per convegni scientifici e ospita attualmente un gruppo di ricerca dedicato alla valorizzazione qualitativa dei cereali. A breve, questo gruppo di ricerca verrà trasferito presso un’azienda sperimentale nelle vicinanze per consentire la vendita dell’edificio.
L’alienazione dei “luoghi strampelliani” non riguarda solo Roma. A Rieti, dove Nazareno Strampelli mise a punto le sue prime invenzioni rivoluzionarie, c’è un bellissimo edificio storico , ricco di materiale stampelliano (laboratori e macchinari dell’epoca, una collezione di migliaia di spighe di grano, l’ufficio e l’abitazione di Strampelli, ecc.) che il CRA ha da tempo deciso di alienare, peraltro senza successo. Un caso evidente di “accanimento terapeutico” che contrasta fortemente con l’iniziativa promozionale di Sant’Angelo Lodigiano.
Non ci rimane che sperare che l’esposizione dedicata a Strampelli possa richiamare l’attenzione di un ricco e informato visitatore – cinese, australiano o… –, ben disposto a finanziare la valorizzazione delle sedi storiche dove operò il “mago del grano”.
La mostra su Strampelli è visitabile fino al 30 settembre 2015 in una sala del Castello Morando Bolognini a Sant’Angelo Lodigiano (LO) in contemporanea a una mostra sulla Battaglia del grano, inaugurata il 25 giugno 2015.