L’agriturismo laziale merita sostegno
Il Lazio è una regione che offre opportunità turistiche pressoché senza limiti, assai interessanti. Mare, colline, montagne appenniniche meravigliose, coperte da boschi e neve; città – Roma in testa, ovviamente – e paesi ricchi di vestigia di gloria e monumenti unici al mondo, di valore inestimabile.
Basti ricordare lo splendore paesaggistico di tante vaste aree; basti pensare al valore artistico e storico di molti centri minori; alla validità architettonica di tanta edilizia rurale e gentilizia; ai richiami gastronomici ricchi di specialità alimentari e di sapori genuini.
Una regione dotata di strutture alberghiere adeguate che consentono di abbinare il godimento delle bellezze naturali e di quelle monumentali.
Fino ad alcuni decenni orsono erano alquanto penalizzate, per l’esattezza, alcune zone collinari e montane, per le limitazioni di carattere ambientale, climatico, sociale, che le connotano. Ma l’agriturismo, da tempo assai sviluppato anche in tali aree, offre forme di ospitalità assolutamente affidabili, in ogni stagione.
Si è pienamente compreso, ormai, che la vacanza in campagna favorisce le condizioni per un “trasferimento” di prosperità, mediante la traslazione di ricchezza prodotta dal turismo e soprattutto dall’agriturismo, che ha acquisito ormai un rilievo di primo piano, in quanto intimamente connesso con l’agricoltura, nei suoi aspetti ambientali, culturali, sociali e produttivi.
Se l’ambiente agricolo, le tradizioni, i valori della società rurale, fanno da sfondo e da richiamo al fenomeno agrituristico, esso – a sua volta – rivela la sua natura di fattore primario di valorizzazione delle produzioni agricole locali, ricche di sapori e di tipicità, che difficilmente possono avere giusta remunerazione su mercati lontani, per i costi insostenibili di una adeguata promozione e per la concorrenza imbattibile dei prodotti di largo consumo, ben pubblicizzati.
Con l’agriturismo i prodotti tipici – adeguatamente valorizzati sia sotto il profilo della qualità, sia della loro presentazione – trovano un interessante mercato sui luoghi di produzione, dove affluiscono i clienti-consumatori. Ed è stato ed è proprio questo il fenomeno che consente di elevare sensibilmente il benessere di territori penalizzati dalla carenza di risorse produttrici dirette di ricchezza.
Ecco perché l’agriturismo merita ulteriore, particolare attenzione, dato il suo ruolo strategico, capace di dare peso a risorse che altrimenti resterebbero in tutto o in parte inutilizzate, soprattutto nelle zone collinari e montane, meno vocate per le attività agricole intensive, sempre più condizionare da adeguata tecnologia.
Bisogna far conoscere queste risorse ambientali della regione ai potenziali utilizzatori residenti in aree lontane, inevitabilmente poco informati dei richiami del Lazio, per favorire una migliore valutazione di queste ricchezze e determinare, così, un incremento delle correnti agrituristiche.
L’agriturismo laziale – sempre più qualificato e apprezzato – si gioverà, ora, sicuramente anche dell’attenzione che riserverà ad esso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, opportunamente affidato al dott. Carlo Hausmann, portatore di alta professionalità e di ricca esperienza specifica.