Lacune conoscitive e opportunità di ricerca alla luce del Regolamento dell’Unione Europea sui prodotti a deforestazione zero (EUDR)
Il 9 giugno 2023 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento 2023/115 contro la deforestazione e il degrado forestale (conosciuto con l’acronimo EUDR, European Union Regulation on deforestation-free products), che si basa in gran parte sull’esperienza acquisita dagli Stati membri e dalle istituzioni dell’UE con il Regolamento sul commercio di legno e prodotti derivati (EUTR).
L’EUDR estende gli obblighi di due diligence (dovuta diligenza), già vigenti per i prodotti a base di legno, ad altre sei materie prime (bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia, gomma) e relativi prodotti derivati. In altri termini, l’EUDR impone agli operatori commerciali di verificare la conformità normativa delle suddette merci escludendo che le aree di produzione delle materie prime siano state interessate da fenomeni di deforestazione o degrado forestale dopo il 2020. Tali verifiche obbligatorie rientrano nelle procedure di dovuta diligenza, propedeutiche a qualsiasi immissione sul mercato europeo o esportazione dallo stesso di prodotti interessati dall’EUDR.
Visto l’approssimarsi del 30 dicembre 2024, data di applicazione dell’EUDR in tutti gli Stati membri, le criticità applicative del Regolamento vengono ormai costantemente e sempre più evidenziate dai molti portatori d’interesse che, a vario titolo, saranno chiamati a rispettare i nuovi adempimenti legislativi. Questi ultimi, anche a causa del carattere innovativo del Regolamento, possono risultare particolarmente gravosi sia per gli operatori europei sia per i produttori ed esportatori internazionali di prodotti EUDR. Ritenendo che la ricerca scientifica possa apportare un significativo contributo in termini di conoscenza e potenziale risoluzione di alcune problematiche inerenti all’applicazione del Regolamento, la nota “Knowledge gaps and research opportunities in the light of the European Union Regulation on deforestation-free products”, pubblicata sugli Annals of Silvicultural Research e reperibile al sito https://journals-crea.4science.it/index.php/asr/article/view/2445/37, individua quattro aree prioritarie di studio, attinenti ai cardini operativi dell’EUDR e ai potenziali aspetti di scienza forense: monitoraggio forestale, identificazione delle specie legnose e origine dei prodotti regolamentati dall’EUDR, monitoraggio della catena di approvvigionamento, politica.
La disponibilità di dati quantitativi sulla deforestazione e sul degrado forestale è variabile e ancora incerta per molti Paesi. Il crescente utilizzo di strumenti di telerilevamento satellitare per il monitoraggio su larga scala costituisce una fonte di dati chiave che consentirà un migliore monitoraggio a livello nazionale degli eventi e dei tipi di deforestazione e degrado forestale e delle attività che li causano. I possibili percorsi di ricerca sono: (i) miglioramento della capacità di valutare il degrado forestale utilizzando immagini satellitari; (ii) razionalizzazione del rapporto costo-efficacia dei metodi e delle tecniche di imaging satellitare per rilevare la deforestazione e il degrado forestale; (iii) valutazione delle incertezze legate alle diverse fonti di dati. L’EUDR introduce, come obbligo principale dell’operatore, la geolocalizzazione dei terreni in cui è stata prodotta la materia prima (di cui è composto il prodotto): un obiettivo fondamentale sarà quindi lo sviluppo di sistemi user-friendly che consentano rapidi controlli di conformità, anche da parte di soggetti non specialisti.
L’identificazione delle specie legnose e della loro provenienza geografica può essere utilizzata per verificare la documentazione di conformità e l’integrità e legalità delle filiere di approvvigionamento del legname. Un percorso di ulteriore ricerca sono le tecniche per tracciare il legno basate su caratteristiche intrinseche e che includono metodi strutturali (anatomia del legno, identificazione tramite visione manuale o artificiale), chimici (spettrometria di massa, spettroscopia nel vicino infrarosso, isotopi stabili e oligoelementi), metodi genetici (codici a barre del DNA, genetica delle popolazioni e studi filogeografici, profilazione del DNA). Vale la pena notare che questo tipo di test atti a identificare la specie e l’esatto luogo di produzione delle materie prime sono esplicitamente menzionati nell’EUDR per quanto riguarda i controlli di conformità da effettuare. Nel caso del legno e dei suoi derivati alcune delle metodologie menzionate sono già sfruttate alla luce dell’esperienza maturata in ambito EUTR, ma è prevedibile la relativa applicazione anche ad altri prodotti a “deforestazione zero”.
L’impegno nella ricerca è inoltre fondamentale per l’avanzamento del potenziale di tracciabilità della catena di approvvigionamento: lo sviluppo di innovazioni e il trasferimento di conoscenze e la loro implementazione da parte delle aziende per quanto riguarda l’impiego di tecnologie digitali avanzate di informazione e comunicazione, come la blockchain, sono cruciali, in quanto possono supportare l’effettiva integrità dell’intera catena di fornitura.
Infine, l’entità dell’impatto delle opzioni politiche per affrontare la deforestazione e il degrado forestale dipende da molteplici fattori, ad es. le regioni geografiche in cui si verificano questi processi e i tipi di foresta interessati. Una strada chiave per la ricerca scientifica su dette questioni è la valutazione dei reali benefici ambientali delle opzioni e strategie politiche, vale a dire la valutazione dell’efficacia delle misure incluse nelle possibili opzioni e strategie. Inoltre, la consapevolezza di un futuro incerto, ma sicuramente diverso a causa dei cambiamenti globali, motiva la ricerca di soluzioni innovative per la gestione sostenibile dei sistemi forestali e agricoli e delle relative catene di valore. In questa prospettiva, la ricerca dovrebbe contribuire al perfezionamento di strategie e strumenti concreti per aiutare le comunità rurali e le PMI che offrono prodotti a “deforestazione zero”: questo per evitare il rischio, insito nell’EUDR, di marginalizzare soggetti essenziali per la realizzazione di un commercio globale veramente giusto, solidale ed ecologicamente sostenibile.