L’accordo con il Mercosur è una minaccia per l’agricoltura europea?
L’Unione Europea ha concluso pochi giorni fa un accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay). Con la sua entrata in vigore, l’UE si aprirà ad un mercato di oltre 260 milioni di persone e ad un PIL che rappresenta l’80% dell’America latina. Tuttavia, l’accordo sembra non soddisfare molti rappresentanti politici, anche le associazioni europee di agricoltori e allevatori che hanno protestato per le conseguenze negative che l’accordo commerciale potrebbe avere sul loro settore.
Grazie all’accordo verranno rimosse le tariffe per i prodotti europei sul settore auto (35%), componenti di automobili (14-18%), macchinari (14-20%), prodotti chimici (fino al 18%), prodotti farmaceutici (fino al 14%), abbigliamento e calzature (35%) o tessuti a maglia (26%). L’accordo farà risparmiare alle imprese europee oltre 4 miliardi di euro di dazi, quattro volte di più del nostro accordo con il Giappone, dando loro un vantaggio rispetto ai concorrenti di altre parti del mondo. Il settore agroalimentare dell’Ue beneficerà del taglio delle attuali tariffe su prodotti come cioccolatini e dolciumi (oggi al 20%), vini (al 27%), bevande cosiddette “spiritose” (alcoliche, dal 20 al 35%) e bevande analcoliche (dal 20 al 35%). Sono anche previste quote di ingresso a dazi zero per i prodotti lattiero-caseari dell’Ue (attualmente una tariffa del 28%), in particolare per i formaggi. I paesi del Mercosur riconosceranno la tutela di 357 prodotti alimentari e bevande europei Dop e Igp, di cui 52 italiane.
In Europa l’accordo scontenta soprattutto i produttori di zucchero, di carni bovine, pollame e riso. L’UE si è impegnata a modificare i dazi doganali sul 99% delle importazioni agricole dai paesi del Mercosur. Nel dettaglio, verranno completamente eliminati i dazi sull’81,7% dei prodotti agricoli e sarà offerto un trattamento preferenziale al restante 17,7%.
Il succo d’arancia europeo, prodotto principalmente in Spagna, che assorbe tra il 14 e il 20% della produzione annuale di arance, farà concorrenza a quello brasiliano, principale produttore ed esportatore mondiale di questo agrume. Gli argentini sono anche il primo produttore mondiale di limoni e negli anni scorsi, le importazioni avevano già prodotto un surplus a livello di offerta commerciale in Europa.
Anche il riso uruguaiano potrebbe essere una “minaccia” per le aziende europee. Secondo il COPA-COGECA, un gruppo di organizzazioni e cooperative agricole europee, la situazione nel settore del riso è molto delicata ed ha ricevuto recentemente dei brutti colpi a causa dell’import proveniente da Myanmar e Cambogia. Inoltre, il riso in arrivo dai Paesi del Mercosur ha chicchi tondi, dello stesso tipo di quello coltivato nella Spagna orientale. La concorrenza con il prodotto europeo sarebbe diretta, ma a prezzi prevedibilmente più bassi.
Il settore della carne, principalmente in Francia, si sente minacciato dalla concorrenza del prodotto argentino. Gli allevatori francesi, organizzati in piccole strutture produttive, hanno dichiarato di non essere in grado di competere con le grandi aziende sudamericane, soprattutto in Argentina, Uruguay e Brasile.
Infine, il vino argentino potrebbe avere un impatto negativo su Spagna, Francia e Italia, ovvero i maggiori produttori europei del settore vitivinicoli. Si stima che le esportazioni sudamericane potrebbero aumentare di dodici volte con l’abbattimento della tariffa del 20% attualmente in vigore.
I paesi aderenti all’accordo Mercosur utilizzano sostanze chimiche attive vietate dall’Unione europea a causa della loro tossicità e dei pericoli per l’uomo e l’ambiente. Il Brasile è, insieme agli Stati Uniti, il paese che utilizza il maggior numero di antiparassitari al mondo. Di essi, 150 non sono consentiti dalla legislazione comunitaria.
Un altro grande timore riguarda la diffusione in Europa di nuovi parassiti e malattie provenienti dall’America Latina. Dopo i gravi danni causati dalla Xylella Fastidiosa alle colture olivicole in Italia e l’imminente minaccia del Citrus Black Spot sugli agrumi europei, gli agricoltori non vedono garantita la sicurezza delle loro aziende.
Oltre allo squilibrio delle condizioni fitosanitarie, le condizioni di lavoro degli agricoltori del Mercosur potrebbero essere un ulteriore aggravante in fatto di concorrenza sleale. Una manodopera meno costosa e l’uso di sostanze attive vietate dall’UE potrebbero rendere i prodotti agricoli del Mercosur più economici rispetto a quelli dei produttori europei, soggetti a rigide norme ambientali e lavorative.
Su alcuni di questi Paesi gravano pesanti accuse per i pesanti rischi alimentari e per lo per sfruttamento del lavoro minorile per prodotti che arrivano anche in Italia secondo il Dipartimento del lavoro Usa.
Il primo incontro tra delegazioni risale al 1999 e in 20 anni le trattative sono state a più riprese sospese e riavviate, per le resistenze sudamericane e i timori nel settore agricolo europeo. Più di recente, tra i contrari all’accordo si sono schierate anche le organizzazioni ambientaliste, per le prese di posizione del Brasile contro l’accordo sul clima di Parigi. Il blocco commerciale di paesi che al momento include Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay mantiene tuttora barriere tariffarie piuttosto alte su molti prodotti europei.