La zootecnia non è responsabile dell’aumento dei gas serra
In uno studio presentato al 3rd Agriculture and Climate Change Conference 2019, a Budapest, dal sottoscritto e poi pubblicato sul vol. 11 dell’International Journal of Current Research in collaborazione con il prof. Luigi Zicarelli dell’Università di Napoli “Federico II”, è stato fatto un bilancio tra le emissioni totali delle attività zootecniche al mondo e la CO2 sottratta dall’atmosfera dalle coltivazioni vegetali destinate all’alimentazione degli animali allevati.
I vegetali coltivati per l’alimentazione degli animali allevati (ruminanti e monogastrici) nel mondo nell’anno 2016 hanno sottratto dall’atmosfera, circa 23.700.000 gigagrammi (Gg), ovvero circa 23 miliardi e 700 milioni di tonnellate di CO2.
Le emissioni da parte delle produzioni foraggere attribuibili ai processi di lavorazione, produzione di fertilizzanti e pesticidi, carburanti ed energia elettrica utilizzati (precauzionalmente quintuplicati per tener conto delle diverse tecnologie agronomiche nel mondo) sono riportate in Tabella 2 e sono state stimate essere pari a circa 1.900.000 Gg di CO2eq.
Lo stoccaggio del letame, lo spandimento per la fertilizzazione e quello lasciato sul pascolo hanno prodotto una quantità di gas serra, nel mondo nell’anno 2016 pari a circa 1.400.000 Gg di CO2 eq.
Le emissioni ruminali di metano, convertite in CO2 eq, prodotte nel mondo durante l’anno 2016 risultano essere circa 2.300.000 Gg.
La somma tra le emissioni nel mondo nell’anno 2016 relative ai processi ruminali, relative alla gestione delle deiezioni e ai processi agricoli è di circa 5.700.000 Gg di CO2eq, immessi in atmosfera. La quantità di CO2 sottratta, invece, dall’atmosfera dai processi fisiologici di fissazione del Carbonio delle piante coltivate per alimentare gli animali allevati è pari a circa 23.700.000 Gg. Dal confronto è chiara la notevole differenza e la notevole quantità in eccesso della CO2 sottratta rispetto a quella immessa in atmosfera…