La simbologia degli insetti nell’arte figurativa

La simbologia degli insetti nell’arte figurativa

A partire dal ‘400, agli insetti raffigurati nelle opere d’arte, vengono attribuiti significati simbolici, tratti da episodi di fonti storiche, di poemi latini e greci, o della Bibbia. A eccezione di farfalle e api, l’immagine degli insetti era, in genere, negativa. Le mosche, impropriamente accomunate alle libellule, erano considerate raffigurazioni del peccato e associate al male e al diavolo; si riteneva, inoltre, che fossero in grado di diffondere la peste. Nella Bibbia viene citato Baal Zebub (signore delle mosche), antica divinità siriaca, a capo di sciami di mosche, responsabile della distruzione e della putrefazione, dal quale deriva Belzebù, uno dei tanti appellativi del demonio. In termini negativi erano considerate anche le cavallette. Nel San Gerolamo penitente, di Lorenzo Lotto, esse simboleggiano la forza distruttrice del diavolo; già Plinio il vecchio le riteneva un flagello inviato dall’ira divina. La cavalletta del deserto, Schistocerca gregaria, è una delle piaghe d’Egitto; in un passo dei Proverbi essa allude, ai pagani convertiti e, rispecchiando tale simbologia, viene raffigurata tra le mani di Gesù. Varie specie di Coleotteri Crisomelidi, Scarabeidi e Lucanidi erano simbolo del male; il Cervo volante, Lucanus cervus, compare nelle rappresentazioni iconografiche alla fine del periodo gotico, quale simbolo del male e del diavolo, ma è soprattutto la pittura nordeuropea del 1500 e 1600 che lo raffigura, nelle composizioni di nature morte, o in quelle con scene di sottobosco, associandogli un significato negativo…

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Margherita la pazza - Pieter Brueghel Il Vecchio
Margherita la pazza – Pieter Brueghel Il Vecchio

Redazione Fidaf

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