La crescente minaccia dei patogeni delle piante per la sicurezza alimentare globale: la muffa grigia della vite e nuove prospettive in fase di fioritura
La produzione globale di colture alimentari è minacciata quotidianamente da parassiti e agenti patogeni delle piante che rappresentano la principale causa di perdita di rendimento. Questi vincoli biotici sono una componente essenziale dell’agroecosistema e possono, a volte, seriamente compromettere la sicurezza alimentare.
Vitis vinifera L. (comunemente vite) è una tra le colture perenni più coltivate in tutto il mondo. E’ fortemente minacciata da un gran numero di agenti patogeni che causano malattie nei periodi pre e post raccolta, influenzandone la produzione, la lavorazione e l’esportazione, insieme alla qualità dei frutti.
La “muffa grigia della vite” è considerata una delle sue principali malattie ed è causata dal fungo ascomicete, Botrytis cinerea Pers.:Fr., che può attaccare numerose altre specie vegetali (più di 200). Per questo motivo è spesso descritto come polifago ed ubiquitario. B. cinerea possiede un comportamento necrotrofo (letteralmente “che si nutre di sostanza morta”), cioè non necessità di tessuti vivi della pianta per sopravvivere. Dopo l’infezione, segue la morte dei tessuti della pianta ospite ed a questo punto il fungo può vivere e sporulare come saprofita sul tessuto necrotico o produrre delle strutture di sopravvivenza, come gli sclerozi, associate sia con la pianta che con tessuti in decomposizione nel terreno. L’invasione del tessuto ospite può essere ottenuta mediante penetrazione attiva o ingresso passivo. B. cinerea è un opportunista che può iniziare l’infezione in siti di ferite (che sono considerati i principali siti di accesso alle bacche di uva) o in siti precedentemente infettati da altri agenti patogeni. Recenti studi hanno anche dimostrato il suo comportamento da endofita.
Nei vigneti, B. cinerea è più distruttiva per i tessuti maturi, danneggiati o senescenti; tuttavia, all’inizio della primavera, in condizioni umide, le spore possono anche infettare le infiorescenze della vite. La fioritura in vite richiede due stagioni di crescita consecutive separate da un periodo di dormienza. Il processo di induzione della fioritura avviene nelle gemme primarie latenti durante l’estate; tuttavia, l’inizio e lo sviluppo dei fiori non avranno luogo fino alla primavera successiva. In questo caso, l’infezione è seguita da un periodo di latenza, durante il quale l’agente patogeno rimane all’interno della bacca in uno stato di quiescenza per un periodo considerevole fino alla maturazione del frutto, quando l’agente patogeno riprende la crescita attiva per causare la putrefazione del grappolo.
Nella gestione della malattia, l’infezione da quiescenza ha importanti implicazioni per la corretta tempistica delle misure profilattiche, per ridurre i fattori di stress che possono scatenare l’eruzione del patogeno quiescente e per prolungare la quiescenza fino al punto in cui la produzione non è influenzata anche dopo il raccolto. Pertanto, aumentare la conoscenza dei meccanismi molecolari dell’interazione V. vinifera–B. cinerea durante la fase di fioritura, risulterebbe fondamentale per attuare una corretta gestione della malattia e così limitare le conseguenti perdite di rendimento.
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