Investimenti internazionali e aiuti. L’Africa dei Mandarini
L’occidente ha un approccio etico (ai limiti del moralismo) e ha costruito un sistema stringente di regole in tema di aiuti allo sviluppo e di investimenti internazionali. Cerca di condizionare i sistemi istituzionali nel senso delle democrazie parlamentari (ai limiti dell’ingerenza) ma, al contempo, è farisaico perché le reazioni alle frequenti violazioni delle regole sono molto diverse e, di fatto, vengono sostenuti Stati tutt’altro che democratici. Insomma, le regole si applicano agli avversari e si interpretano per gli amici.
Al contempo, la Cina sta imponendo un altro modello, efficace, disinvolto, pericoloso. “Mi sono reso conto – ci ha scritto Giovannangelo, proponendoci questo suo ultimo articolo – che quel che sta accadendo in Africa è la punta avanzata, il paradigma di una strategia di aggiramento non solo economico dell’Occidente tramite i PVS, strategia ben più sottile ma non dissimile da quella perseguita dall’URSS ai tempi della decolonizzazione. Obiettivo ultimo è imporre un “modello cinese” di rapporti internazionali rigorosamente basato sui principi della sovranità degli Stati e della non ingerenza, cioè il contrario di quanto gli Stati occidentali si sono sforzati di fare dall’ultimo dopoguerra in poi costruendo tutta una rete di istituzioni multilaterali e regole comuni. Insomma una sorta di regresso al sistema westfaliano “cuius regio, eius religio” e dei rapporti di forza, ma perseguito con sottigliezza: la Cina è membro delle NU, del FMI, del WTO, della Banca Mondiale ecc. e, formalmente, non ne contesta le regole, a cominciare dai diritti umani, ma nei fatti, le spiazza”.
Per mezzo secolo, a partire dal secondo dopoguerra, l’ambito dei finanziamenti ai Paesi in Via di Sviluppo – non solo APS (Assistenza Pubblica allo Sviluppo) ma anche crediti delle MDBs (Multilteral Development Banks), crediti all’export IDE (Investimenti Diretti Esteri), alle importazioni e altri minori – è stato dominato dall’Occidente perché l’apporto dell’URSS e dei suoi satelliti, Cuba compresa, paesi peraltro assai attivi in ambito militare, era largamente inferiore e si è esaurito dopo il crollo del muro di Berlino. Allora la Cina era ancora un Paese economicamente arretrato…