Intervista a Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura
In questo primo inserto, a cura della rivista ENEA, in vista di EXPO 2015, abbiamo posto al centro dell’analisi l’obiettivo di “mantenere” l’estensione territoriale della Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Rivolgiamo sul tema alcune domande al Presidente di Confagricoltura Mario Guidi.
Un vostro recente studio quantifica la perdita di terreni coltivati, rispetto agli anni ‘50, intorno al 40%. Vuole brevemente spiegarci le dinamiche sottostanti a questo trend e gli aspetti che considera problematici?
L’Italia è al 4° posto per consumo di suolo agricolo in Europa. In 60 anni abbiamo perso oltre 6 milioni di ettari di coltivazioni, la maggior parte dei quali nelle zone più vocate per l’agricoltura. La diminuzione della SAU per abitante, da 0,375 a 0,217 ha, riduce notevolmente l’autosufficienza alimentare.
Per anni si è adottato un modello di crescita economica basato su nuovi insediamenti residenziali, centri commerciali, infrastrutture, utilizzando il suolo come fosse una risorsa senza limite. Oggi ne paghiamo le conseguenze. Vanno adottate con urgenza politiche di arresto del consumo di suolo, per non aggravare sia il deficit agroalimentare sia l’impermeabilizzazione del suolo, responsabile di gran parte del dissesto idrogeologico; per tali motivi seguiamo con attenzione il disegno di legge presentato dal Governo sull’argomento nel quale comunque vanno evitati vincoli che potrebbero gravare sugli imprenditori agricoli e limitare l’espansione della loro attività economica.
In ogni caso rimane una questione concreta: al di là della sottrazione di superficie agricola per insediamenti urbani, commerciali e infrastrutturali, la superficie agricola diminuisce a causa dell’abbandono ed aumentano anche i terreni che, pur essendo utilizzabili, non sono coltivati. Qui la questione non è tanto la concorrenza di attività diverse sul fattore terra; quanto piuttosto la scarsa redditività delle produzioni agricole che non consente alternative alla mancata coltivazione.
Dobbiamo recuperare competitività riducendo i gap infrastrutturali evidenziati da Agrinsieme nei giorni scorsi con i numeri di Nomisma. E adottare politiche valide e in linea con i fabbisogni delle imprese…